Da un lato c’è Whirlpool, con il suo pian industriale 2015/2018 quasi portato a termine con oltre 500 milioni di investimenti in tutta Italia e una riorganizzazione aziendale messa in atto con scrupolosità. Dall’altro c’è il mercato degli elettrodomestici, ancora in difficoltà, con volumi variabili e troppo spesso in discesa. In mezzo c’è il sito produttivo di Cassinetta, da sempre cuore pulsante della multinazionale americana, che, tutto sommato, gode di buona salute, o, per lo meno, se la passa meglio rispetto ad altri siti produttivi, come Napoli e Siena.
Il tutto è emerso l’altro giorno a Roma, durante il confronto tra rappresentanti sindacali e azienda, al Mise, proprio con lo scopo di fare il punto sul piano industriale in scadenza e sulle prospettive future dell’azienda. A rappresentare i lavoratori varesini, Paolo Carini (Fim Cisl dei Laghi), Stefania Filetti (Fiom Cgil) e Fabio Dell’Angelo (Uilm Uil). Per tutti lo stesso riscontro: per Cassinetta ci sono luci e ombre.
Le luci sono date dal fatto che non sono previsti esuberi in terra varesina. Anzi. La produzione dovrebbe aumentare, grazie all’esclusiva di produzione di nuovi frigoriferi a incasso di alta gamma. Un elemento non da poco, soprattutto per quanto riguarda i dipendenti assunti in somministrazione. «Con la previsione di aumento dei volumi produttivi – sottolinea Fabio Dell’Angelo (Uilm Uil)- non possiamo che attenderci una stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione che, tra l’altro, in questi mesi hanno acquisito competenze e professionalità». Ma se in produzione c’è luce, qualche ombra si addensa negli uffici. In coda al piano industriale in scadenza, infatti, restano un centinaio di esuberi tra gli impiegati del Nord Italia, vale a dire tra Cassinetta e Pero. «È chiaro che non si deve licenziare nessuno – chiarisce subito Paolo Carini (Fim Cisl) – e che si dovranno stabilire nuovi interventi con ammortizzatori sociali. Non solo. Noi chiederemo all’azienda una verifica seria e puntuale sulla presenza e ruolo in azienda di consulenti sia a Cassinetta che a Pero. Quanti sono? Cosa fanno? Vogliamo vedere se la loro presenza è conciliabile con gli esuberi annunciati».
Sullo sfondo poi, ci sono i volumi in altalena, con una tendenza verso il basso. «Cassinetta vive una situazione positiva – spiega Stefania Filetti (Fiom Cgil) – ma nel complesso l’azienda ci ha detto che già oggi il trend delle vendite genera esuberi per i vari siti produttivi. Quindi non possiamo non essere preoccupati per la situazione complessiva, tenendo anche conto del fatto che a Cassinetta ci sono ancora dei contratti di solidarietà in essere. Abbiamo seri dubbi sulle strategie future per Siena e Napoli e sul nuovo piano che dovrebbe arrivare al 2021. È chiaro, in ogni caso, che si dovrà ricorrere agli ammortizzatori sociali». Di questo si parlerà al prossimo incontro già fissato al Mise per il prossimo 6 luglio. E tutti e tre i sindacalisti varesini sono concordi su un punto: «Ci auguriamo di avere di fronte rappresentanti del nuovo governo, pienamente operativi. Altrimenti non sappiamo neppure a chi chiedere il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali».