Vibram cammina verso il futuro E ad Albizzate non si ferma mai

La Provincia Varese - 17/04/2016

Un’azienda con i piedi ben piantati per terra, nella tradizione, ma con lo sguardo sempre rivolto verso il futuro, che fa rima con innovazione. La Vibram di Albizzate, impresa familiare e allo stesso tempo multinazionale, con sedi negli Stati Uniti e in Cina e con la capacità di vendere i propri prodotti, suole in gomma in particolare, in oltre 120 mercati, è tutto questo. Un’azienda che nel 2015 ha prodotto 40 milioni di suole e che conta 700 dipendenti in tutto il mondo e in particolare 246 nel quartier generale di Albizzate. Nel Dna da tre generazioni «L’azienda sta andando bene – conferma Paolo Manuzzi, direttore generale di Vibram – le prospettive sono buone al netto di eventi politici che non siamo in grado di controllare come successo lo scorso anno a causa delle sanzioni economiche alla Russia, che ha causato un grosso calo delle vendite». Uno dei segreti dei successi della storica azienda varesina sono i continui investimenti in ricerca e sviluppo, portando sempre sul mercato prodotti innovativi in grado di soddisfare le nuove esigenze del consumatore nei vari campi dove Vibram va forte come quello sportivo e militare. «L’innovazione è nel Dna di questa azienda sin dal giorno che è stata fondata – afferma Manuzzi – è nel Dna della famiglia che l’ha fondata e continua ad essere ben presente da tre generazioni». La storia del fondatore Vitale Bramani, dalle cui iniziali nasce il nome dato all’azienda, è un insegnamento valido ancora ai giorni nostri, anche oggi che il gruppo ha il volto e il nome di Marco Bramani. Il capostipite è l’inventore del “carro armato”, una soluzione che nacque dopo un incidente in montagna nel 1935 a cui Vitale sopravvisse ma non alcuni suoi compagni di cordata che perirono nella bufera anche a causa di calzature inadeguate. La lezione della montagna Da allora la ricerca in azienda non si è mai fermata e il nuovo prodotto che verrà lanciato sul mercato a ottobre, pronto per la prossima stagione invernale, è una suola che grazie a una speciale mescola, è in grado di resistere meglio al ghiaccio; si tratta di Artic Grip, che andrà a risolvere il problema dello scivolamento sul ghiaccio bagnato. Allo stabilimento di Albizzate, che è insieme testa e cuore dell’azienda non ci si ferma mai. «Abbiamo ristrutturato la fabbrica di recente, comprato nuovi macchinari, rifatto i tetti, acquistato nuovi mescolatori – conferma il direttore generale – abbiamo rifatto la mensa, la quale di fatto è diventata un ristorante a tutti gli effetti e c’è già un progetto che prevede il rifacimento degli uffici interni». Qui si innesta un’altra caratteristica tipica della Vibram, anche questa coltivata da generazioni, ovvero il benessere dei propri dipendenti e la sicurezza e il comfort del luogo di lavoro. «Il benessere dei dipendenti sia degli uffici che della fabbrica sono una priorità; si tratto peraltro di persone della zona» osserva Manuzzi; nello stabilimento di Albizzate sono stati collocati degli aspiratori vicino alle presse in modo da ridurne il calore e i fumi. Non c’è solo l’attenzione per i dipendenti nel Dna della Vibram ma anche un profondo legame con il territorio, che recentemente si è ulteriormente rafforzato grazie all’accordo tra l’impresa e il Varese Calcio, di cui l’azienda è diventata sponsor tecnico. Il Varese Calcio e “CorriScuola! «Questo è forse l’esempio più eclatante ma l’attenzione per il territorio si esprime anche attraverso il sostegno a tante altre manifestazioni ed iniziative» spiega il direttore generale. Prossimo evento in programma l’8 maggio è il “Corri Scuola”, una corsa benefica non competitiva aperta a tutti di sostegno alle scuole di Albizzate, sponsorizzata da Vibram. Inevitabile chiedere al direttore generale dell’azienda un pensiero sulla situazione economica italiana e della provincia di Varese. «Il potere d’acquisto deve ripartire e per fare questo ci vuole maggiore ottimismo – afferma Manuzzi – siamo bravissimi noi italiani a farci del male da soli, mettendo sempre in luce ciò che non va bene; eppure c’è una grande richiesta di made in Italy nel mondo; noi forniamo il 95% delle suole che l’esercito americano utilizza e lo possiamo fare perché abbiamo una fabbrica negli Usa, che protegge ciò che viene prodotto sul proprio territorio».