Varese Turismo – «Chiudo dopo 19 anni Qui servono più turisti»

La Prealpina - 08/05/2023

Un’altra saracinesca che si abbassa nel cuore della città dopo 19 anni di storia: chiude ZooPark, il paradiso dei ragazzi appassionati di neve, snowboard, skate, accessori e sport, gestito fin dalle origini da Alessio Sperati nella centralissima via Donizetti.

Il commerciante, oggi 46enne e vicepresidente di Confesercenti territoriale, non dice addio alla zona
pedonale perché prosegue l’attività parallela nella gelateria, ma vuole comunque ringraziare tutte le persone che, in quasi due decenni, hanno frequentato questo negozio frizzante, pieno di colori ed entusiasmo giovanile.

Nei giorni che precedono la chiusura, è tutto un via-vai di clienti, amici, colleghi e vicini che passano per gli ultimi articoli in svendita totale, ma soprattutto per una stretta di mano, un abbraccio e un arrivederci al negoziante, visibilmente commosso per tanto affetto ricambiato.

«Colgo l’occasione per ringraziare di cuore tutte le persone che ci hanno accompagnato in
questi 19 anni, la nostra forza sono stati i varesini, ma proprio in questa occasione, senza
voler polemizzare con nessuno, voglio ricordare che il commercio non può vivere soltanto
con i“locali”. Abbiamo bisogno di eventi, come succede a Como e in altre piazze molto più vivaci a Natale, a Pasqua, in primavera. Servono mercatini, concerti, manifestazioni, punti attrattivi, tutto ciò che nelle varie stagioni, dalle feste all’estate, possa attrarre gente nuova dalle nostre parti. Certo, sempre per paragonarci al Lario, noi non abbiamo il lago in città e questo può fare la differenza come del resto la conformazione territoriale, ma il turismo si sostiene solo creando movimento e dando un motivo
per venire qui».

Non un’accusa, appunto, ma una visione, un suggerimento per aiutare tutti a uscire dalla crisi ancora molto forte nel post covid, in particolare nel commercio. Apparentemente tutto è tornato come prima, eppure pubblici esercizi e negozi hanno dovuto cambiare pelle: hanno pagato più di tutti il prezzo delle chiusure, ora faticano per esempio a trovare personale, come dimostrano i locali pieni di cartelli “cercasi
cameriere, aiuto cuoco, commessa”.

«Il nostro mondo è cambiato e anche molto, certo ci saranno nuove sfide, ma non è facile destreggiarsi fra affitti, spese di gestione, costo della forza lavoro, tariffe rifiuti da record, quando le presenze sono quasi sempre le stesse – ribadisce Sperati -. Ripeto, la cosa più bella vista in questi due decenni sono state le persone, ma ne servono di nuove: senza questo fermento, senza l’arrivo vero di turisti, le attività non riescono a reagire. Servono aiuti concreti, perché altrimenti anche chi apre delle nuove attività poi rischia di trovarsi in difficoltà nel giro di pochi anni. Varese deve vivere, non può abbandonare le sue bellezze, dal Sacro Monte al centro che, ricordo, non è solo corso Matteotti. Bisogna investire nel turismo ma anche nella sicurezza, per dare maggior decoro e rendere piacevole passare qua una serata. Così si troverà un nuovo entusiasmo e le persone avranno un motivo per dire oggi vado a Varese. Più passaggio c’è, più lavoriamo tutti, senza gelosie: gelaterie, negozi e ristoranti».