Varese perde punti sulla qualità della vita

La Provincia Varese - 28/11/2016

Ma a Varese si sta bene o si stava meglio quando si stava peggio? Scherzi a parte, una risposta scientifica c’è, e per il 2016 è un numero: il 31 – seguito da una freccina rossa. Il risultato è contenuto nello studio statistico sulla qualità della vita che il quotidiano Italia Oggi conduce da 18 anni in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, coordinato da Alessandro Polli. La posizione di Varese è raffrontata alle altre province italiane ed è la risultante di nove macroaree (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita). Rispetto agli stessi parametri indagati nella ricerca, quest’anno Varese arretra di una posizione. «Nell’attuale periodo storico, in cui una ripresa economica debole forse contribuisce a determinare la sostanziale staticità nella qualità della vita dei cittadini, l’analisi sistematica e l’informazione possono contribuire a individuare politiche più efficaci e più coerenti», auspica il professor Polli. Ma se la qualità della vita in Italia è un valore tutto sommato stabile o in miglioramento per le province mediopiccole, che cosa ha determinato l’arretramento di Varese? Secondo la classifica nazionale, dopo Mantova, la prima assoluta in classifica su 110 consorelle, nella parte alta dell’elenco ritroviamo un gruppo di province lombarde omogeneamente distanti dalla metropoli: Lecco (10), Sondrio (19), Lodi (23), Bergamo (25), e Varese (30) – con l’eccezione della più grande Brescia (28). Secondo i parametri finanziari della macroarea “affari e lavoro”, tra tutti i dati sostanzialmente stabili per quanto riguarda la situazione delle aziende a Varese, la percezione negativa della qualità di vita è invece in aumento, associata ad un balzo in avanti del tasso di disoccupazione e all’incremento dei protesti per abitante. Per metà Lombardia il valore della macroarea “ambiente” è positivo, tuttavia prima di Varese nella metà alta della classifica si piazzano Sondrio, Lecco, Como, Cremona e Bergamo. Tra i sottoparametri quello che ha penalizzato maggiormente Varese è la (mancata) presenza di pannelli solari fotovoltaici installati su edifici comunali, per il quali la nostra provincia ha la maglia nera nazionale: risulta ultima. C’è molto da lavorare anche sulle zone a traffico limitato: Varese qui ha uno score nazionale di soli 80 punti su 110, anche se il capoluogo difende la provincia con il valore di quote di territorio destinate ad aree verdi (17 su 110, in Lombardia ci batte solo Lodi). In preoccupante aumento il valore assoluto associato alla “criminalità”: salgono a Varese i reati contro la persona e il patrimonio, lesioni e percosse, tentati omicidi, violenze sessuali e addirittura siamo piazzati al nono posto (9 su 110) se si considera il numero degli omicidi colposi. Sale vertiginosamente la posizione legata alle truffe e frodi informatiche (eravamo al 94° posto nel 2015, nel 2016 siamo al 36°). Fortunatamente questi numeri sono controbilanciati da una diminuzione dei reati connessi ai sequestri, al traffico di stupefacenti, e alla prostituzione. Il dato relativo alla “popolazione” rileva un miglioramento della qualità di vita legato, tra altri dati, a un emblematico settimo posto varesotto (7 su 110) relativo al numero degli immigrati ogni cento residenti: più di noi, solo Pavia capoclassifica e Como.

 

TEMPO LIBERO Gli abitanti preferiscono la palestra

 

I varesini prediligono lo sport a scapito della cultura: palestra batte libreria 12 a 97, secondo la classifica della quantità di strutture censite ogni 100mila abitanti. Questo però non incide positivamente sulla qualità della vita nell’area “Tempo libero e Turismo”: Varese (64) resta sul fondo della classifica nazionale, anche se in compagnia di più blasonate province lombarde, da Milano (72), Brescia (68), Bergamo (76), Lecco (77) e Lodi (94). Meglio di Varese, solo Sondrio (14) e Como (54).