Varese Ladri e vandali sul lago «Pescatori bersagliati»

La Prealpina - 15/05/2018

«Rubano il nostro pescato, distruggono le reti». Non è una denuncia di mezzo secolo fa, ritrovata negli archivi di chi studia e ama il lago, ma quella dell’ottuagenario Ernesto Giorgetti, storico pescatore del Lago di Varese e componente della Cooperativa nella quale “lavorano” oggi quattro professionisti, uno giovane, 52 anni, gli altri con parecchie primavere in più sulle spalle. «C’è qualcuno che da tempo si accanisce contro gli ultimi pescatori di professione rimasti sul nostro lago, balordi che non conoscono nulla di pesci e di fisiologia del bacino lacustre e non riescono a capire che la pesca professionale è la sola che possa consentire un equilibrio passabile fra le specie, in un lago eutrofico come il nostro e invasi dai ciprinidi», cioè anche da molti pesci considerati infestanti e che nessuno o quasi vuole mangiare (anche se molti arrivano sui banchi del mercato milanese per un consumo tipico di cittadini originari di altre parti d’Europa).

Racconta Ernesto Giorgetti: «Ci sono persone che odiano il pescatore di professione perché ricava un profitto e non fa come chi pratica la pesca solo per divertimento a cui però, se toccassi lo stipendio, probabilmente mi sbranerebbe sul posto…».

Non perde l’ironia Ernesto Giorgetti, ma a raccontare quale sia la situazione reale viene in soccorso il figlio Paolo, amministratore operativo della Cooperativa: «Da mesi i pescatori sono bersagliati di furti e atti vandalici – racconta – reati ancora più odiosi perché perpetrati a danno di persone anziane che vengono private delle reti lasciate di solito in barca o dei sacchi a rete grande che i pescatori posizionano a qualche metro dalla riva, con il pescato, spesso siluri o carassi che vanno conferiti al sistema di smaltimento una volta la settimana e che paghiamo». I balordi arrivano, rubano, rompono le reti, liberano i pesci o li sottraggono. «Vi sono di continuo telefonate di insulto e minacce, un corollario di episodi spiacevoli e di reati veri e propri che dovrebbero essere lontani anni luce dal mondo antico che i nostri pescatori rappresenta», continua Paolo Giorgetti.

I pescatori professionisti hanno una tradizione che affonda le radici nella storia dei comuni che si affacciano sul lago.

La Cooperativa nasce infatti nel 1922, quando il diritto di pesca esclusivo venne acquistato dal conte Ettore Ponti per 500mila lire. Una cifra enorme, raccontano i soci, «suddivisa in parti uguali fra i soci sottoscrittori che si fecero carico del debito, versando metà del loro guadagno settimanale per quasi vent’anni».

Oggi quella tradizione è portata avanti da pochi sopravvissuti, abituati a vivere e ascoltare il lago ogni giorno, in silenzio. Gente che è pronta a dare consigli alle amministrazioni e alle associazioni di Comuni che vogliono difendere e fermare l’inquinamento. La Cooperativa pescatori è ancora titolare dei diritti di pesca e chi vuole pescare dalla barca deve rivolgersi ai soci per poterlo fare, mentre per chi pesca dalla riva vi sono accordi con la federazione di pesca sportiva.