Basta un numero per esemplificare che cosa abbia significato il Superbonus 110% in provincia di Varese. Secondo gli ultimi dati a disposizione, i lavoratori iscritti alla Cassa Edile sono passati dai 4100 di fine 2020 ai 5.500 di fine 2022. Non solo. I cantieri aperti a fine 2019 erano 5400, diventati ben 11.600 a fine 2022, con un balzo in avanti del 114%.
Ecco perché oggi, nel momento in cui proprio il Superbonus è messo sulla graticola dal governo e fa venire il mal di pancia al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, le imprese varesine stanno alla finestra e si ritrovano di nuovo nel baratro dell’incertezza.
Cosa accadrà a fine anno, quando i cantieri che hanno potuto beneficiare della proroga dei condomini dovranno essere ultimati? E l’interrogativo che attanaglia gli imprenditori e, di conseguenza, anche tutti coloro che proprio nelle costruzioni in questi due anni sono riusciti a trovare una occupazione.
«Se guardiamo alla situazione attuale – spiega Claudia Cozzi, direttore di Ance Varese – la nostra provincia rispecchia ciò che sta accadendo in tutta Italia. Vale a dire, ci sono i cantieri che hanno potuto riprendere l’attività grazie alle norme relative ai condomini. Sono quegli edifici in cui i lavori di ristrutturazioni sono stati approvati entro la fine di novembre del 2022». In questo caso gli interventi possono essere ultimati entro fine anno. Da tener presente, comunque, che con il 2023 il bonus scende al 90%. Le ripercussioni maggiori sono già evidenti sul fronte del mercato delle abitazioni singole. Anche in provincia le richieste di intervento per ville unifamiliari sono nettamente diminuite.
«Al momento è difficile capire che cosa accadrà nei prossimi mesi – continua Cozzi – anche guardando alle diverse discussioni in corso. Certo è che come Ance noi abbiamo presentato delle proposte concrete. Ci rendiamo conto che una rimodulazione del bonus è necessaria, ma ciò che è fondamentale è avere regole chiare e durature nel tempo. È questo ciò che le nostre imprese chiedono con fermezza». Quello che servirebbe sarebbe, secondo Ance, una misura che sia strutturale, o che, per lo meno, «sia in n orizzonte temporale di almeno una quindicina di anni – spiega il direttore di Ance Varese – in modo che sia i privati sia gli imprenditori possano programmare le loro attività, senza rimanere imprigionati in improvvisi cambi di rotta che poi vanno ad impattare su conti di famiglie e imprese».
Certo va detto che l’impatto sui conti dello Stato non è da poco. La stessa Ance, a livello nazionale, ha calcolato in 85 miliardi di euro l’ammontare di investimenti effettuati da maggio 2020 a fine agosto 2023: sono tutti un costo a dello Stato.
Di qui il mal di pancia del ministro Giorgetti. La Lombardia, come spesso accade, svetta nella classifica, e dunque nel numero di cantieri, che raggiungono un valore di circa 15 miliardi di euro. Riuscire a valutare i cantieri varesini è impossibile. Ma resta il fatto che anche in provincia il Superbonus ha rimesso in moto il settore. Il rischio bolla però è dietro l’angolo.