Il Barbarossa, Garibaldi e i partigiani. Un passato glorioso che non attenua i colpi di scure dei secoli. Si sgretola il castello di Belforte. Ora, la svolta. Dopo decenni senza un progetto, dopo tante idee, conferenze e parole ma pochi soldi e dunque nessuna realistica possibilità di intervenire, i fondi per mettere mano all’antico maniero pare siano più vicini. Scade a fine mese il termine per presentare la richiesta a un bando della Fondazione Cariplo. Il progetto è stato redatto e a presentato agli uffici comunali perché venga inoltrato. Porta la firma di Ovidio Cazzola, belfortese doc, architetto che ha risposto alla richiesta di intervento dell’assessore alla Cultura e al turismo Roberto Cecchi. Il “prof” è riuscito a dare una svolta al dibattito sull’antico maniero – tracce accertate del passaggio di Federico Barbarossa, in un documento del 4 dicembre 1164 -, a fare sedere attorno a un tavolo i rappresentanti di varie associazione ed enti che si occupano di cultura, arte e storia del territorio e a coinvolgere quell’architetto, appunto Cazzola, che è profondo conoscitore del castello e che già tra il 1999 e il 2001 aveva presentato un progetto «finalizzato al restauro e al riuso». Un progetto che aveva ottenuto anche un primo via libera dalla Sovrintendenza. Oggi quelle carte sono state rinnovate, anche perché nel frattempo vi sono stati ripetuti crolli a causa del trascorrere del tempo e del peso della neve, oltre a una serie di razzie e furti da parte dei vandali. «Siamo pronti a presentare una richiesta di finanziamento per un intervento di riqualificazione – spiega l’assessore Cecchi -. Abbiamo avuto numerosi incontri con i rappresentanti di vari sodalizi e con esperti che si sono impegnati, già un anno fa, in un percorso di studio e rivalutazione del castello, con l’obiettivo finale di renderlo usufruibile al pubblico, almeno in alcune parti». I fondi che verranno richiesti saranno circa 400mila euro, mentre il progetto che è stato presentato dall’architetto Cazzola ammonta a qualche decine di migliaia di euro in più. Da settimane, l’assessore Cecchi coordina incontri, confronti e riunioni tra i vari soggetti, con la presenza anche del presidente della commissione cultura del Comune, Enzo Laforgia, che hanno stretto, lo scorso anno, un patto verso la rivalutazione dell’antico maniero. L’ultimo restauro risale al 2007. Con gli oneri di urbanizzazione della costruzione del centro commerciale di Belforte, venne sistemato il tetto della parte secentesca, la più recente (mentre ancora oggi le tracce murarie più antiche sono quelle che risalgono al Trecento).
Spiega Cazzola: «Il progetto mira soprattutto a ridare una copertura, cioè un tetto, a quelle ampie parti che sono crollate nel tempo, perché nessun recupero reale è possibile senza una copertura». Uno dei “problemi” da risolvere riguarda alcune parti dell’edificio che sono ancora proprietà privata (mentre tutte le altre sono comunali). Si tratta a grandi linee della parte che dà sulla strada sottostante, viale Belforte e di una “fetta” che si affaccia verso Cantello. Contatti e trattative sono in corso ma pare che non vi sia alcun ostacolo a una collaborazione che consenta di mantenere in piedi e riaprire al pubblico almeno una parte del castello. Condannato a distruzione certa, se non si interverrà.
Il futuro del maniero «Qualcosa si muove»
La serata si intitola “Castello di Belforte: qualcosa si muove”. Sarà il presidente della cooperativa di Biumoe Belforte, il consigliere comunale dem e belfortese doc Fabrizio Mirabelli, a presentare l’evento sul futuro dell’antico maniero. Appuntamento martedì prossimo, 29 maggio, alle 21 nel salone Renè Vanetti della cooperativa che sorge in via e Belforte 165, distante poche centinaia di metri dall’edificio storico. «Dopo la grande pulizia all’interno e all’esterno del castello, del muraglione e della collina, oltre che della vegetazione proliferata ovunque, condotta lo scorso anno e per la prima volta non sollecitata all’amministrazione come avveniva in passato – dice Mirabelli – ora si compie un passo significativo in più verso una progettazione che permetta di recuperare dalla distruzione e di progettare un domani per il castello tanto amato dai belfortesi e dagli appassionati di storia». L’esponente del Pd, appena riconfermato alla guida della Cooperativa, che da sempre segue le vicende del castello e in passato ha lanciato parecchi Sos per la sua salvaguardia commenta positivamente «l’interesse e l’impegno dell’assessore alla Cultura Cecchi e del sindaco Galimberti»