Varese Condominio e parcheggio Ruspe alla prima Cappella

La Prealpina - 26/09/2017

Tredici appartamenti e un parcheggio sotterraneo. Ma anche un intervento di restauro che prevede il recupero dell’edificio ottocentesco, con la valorizzazione dei principali elementi architettonici e delle iscrizioni esterne che il tempo non ha ancora cancellato.

L’antico “ristoro e alloggio dei pellegrini” alla sinistra del primo arco della salita al Sacro Monte, chiuso da anni e in evidente stato di degrado, sarà trasformato in un condominio ad elevata tecnologia edilizia. Un progetto ambizioso, che nei giorni scorsi ha ottenuto il via libera definitivo della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio al termine di un lungo confronto con i professionisti incaricati dalla proprietà dell’immobile.

Il “disegno” originale, firmato nel 2013 dall’archistar portoghese Goncalo Byrne, prevedeva infatti la demolizione del fabbricato e la realizzazione di un nuovo palazzo, ma è stato accantonato.

L’impresa che tra non molto tempo varcherà i cancelli di quella che i varesini ricordano come la pizzeria “Prima Cappella” e le cronache di Santa Maria del Monte come la pensione “Annunciata”, dovranno attenersi a un rigido protocollo “conservativo”.

Le ruspe potranno abbattere solo le parti di edificio aggiunte per aumentare la capienza della pizzeria e i relativi volumi saranno recuperati con ampliamenti nella zona retrostante.

Il progetto, nella sua ultima formulazione, ha ottenuto disco verde anche dal Parco del Campo dei Fiori.

«L’edificio – sottolinea il soprintendente Luca Rinaldi – ospitava un ristoro e alloggio dei pellegrini già nel diciottesimo secolo ed è citato negli atti catastali come “casa d’affitto ad uso osteria della dell’Annunziata”. La gestione era affidata al Monastero del Sacro Monte. Al di là del valore storico, l’immobile oggi è inserito nella zona di rispetto del sito Unesco, di cui però manca ancora, incredibilmente, il piano di gestione».

Rinaldi rivendica il risultato e il metodo adottato dagli enti di controllo, ma avverte: «Al di là della retorica sulla provincia dei quattro siti Unesco e malgrado tutti si professino strenui difensori del Sacro Monte, autentico simbolo del nostro territorio, la tutela attiva di un patrimonio così prezioso si esercita ancora con fatica a in un disinteresse generale, mentre leggi e leggine sembrano favorire un allentamento o addirittura l’abolizione dei controlli attraverso il depotenziamento delle Soprintendenze».