I boscaioli sono tornati, hanno finito il loro lavoro e hanno rimesso in ordine l’area, portando via tronchi e rifiuti vegetali. Ma non ci sarà alcuna nuova piantumazione che ponga rimedio allo «scempio», denunciato ormai da mesi da chi vive in via Montorfano, tra Biumo Inferiore e Biumo Superiore, sotto le Ville Ponti. Queste le novità relative al bosco “urbano” e al taglio dei suoi castagni che tanto hanno fatto discutere negli ultimi tempi. La Camera di Commercio, proprietaria del terreno di cui si parla, fa sapere infatti che l’intervento, ritenuto necessario per questioni fitopatologiche (leggi malattie delle piante) e avviato su richiesta di alcuni residenti che temevano danneggiamenti delle auto parcheggiate per la caduta di rami secchi, è in via di completamento. Tutto, inoltre, si è svolto nel rispetto della legge, con richiesta di autorizzazione alla Regione Lombardia, competente per la “manutenzione” dei boschi, e con condivisione del progetto con l’ufficio del Verde pubblico del Comune di Varese, che nulla ha avuto da obiettare. Non prevista, infine, la “posa” di nuovi alberi al posto di quelli tagliati: l’intervento è stato effettuato così che il bosco si rigeneri autonomamente, senza ulteriori intrusioni umane. I dubbi di chi guarda oggi l’ex bosco dalla strada e un panorama fatto di tronchi mozzati potranno quindi essere fugati solo dal trascorrere del tempo.
Il taglio dei castagni era stato fermato un paio di mesi fa, anche per l’intervento del vicesindaco (e agronomo di fama) Daniele Zanzi. Ma da allora il bosco era diventato una sorta di discarica vegetale, con tronchi mozzati, alberi abbattuti e abbandonati, rami ammucchiati dove capita e addirittura – sosteneva qualcuno che abita in zona – un’accetta rimasta nel legno. Una situazione indecorosa, insomma, che era stata di nuovo denunciata, e dopo la quale è arrivata la fase tre di cui si è detto.
Più in generale la vicenda sarebbe conseguenza di norme che il vicesindaco Zanzi non ha esitato a definire «assurde». Norme in base alle quali “interventi manutentivi” in un’area verde classificata come se fosse un bosco dell’Alto Adige vengono autorizzati dalla Regione Lombardia, e vengono effettuati con un fine economico: in altre parole i taglialegna arrivano, lavorano e “tirano su” quanta più legna possibile. Formalmente non c’è stata quindi alcuna violazione di legge, come detto, dato che la Camera di Commercio proprio alla Regione si è rivolta per l’autorizzazione a tagliare. Ma dal punto di vista sostanziale i residenti, e con loro il vicesindaco, si chiedono che senso abbia non dare il giusto valore ecologico e ambientale a quest’area verde. Anche perché a Varese ce ne sono altre simili, ad esempio alla Rasa e sul Montello, che correrebbero gli stessi rischi.