A dieci giorni dall’inaugurazione
dell’History Infopoint
di “Varese Risorgimentale”
di piazza Monte Grappa
si riapre il dibattito sulla
struttura di vetro cristallo
che lo ospita sotto la Camera
di Commercio, destinata, a
quanto pare, ad essere
smantellata all’indomani
della rievocazione storica
ideata da Maurizio Gandini e
organizzata da Panathlon
International Club. Il primo
maggio, infatti, il suggestivo
“gabbiotto” che venne inaugurato
nella primavera di
due anni or sono come Sportello
di Accoglienza Turistica
di Expo, al cui interno era
stato temporaneamente accolto
lo Sportello di Informazione
Turistica e che al termine
del 2015 era stato
svuotato e abbandonato al
suo destino, per essere riportato
in vita come punto
informativo della manifestazione
legata alla battaglia
del 1859, inizierà ad essere
smembrato per essere
trasportato in una destinazione
diversa per la quale
era stato creato: cosa che ha
riacceso le polemiche precedenti
alla decisione del Comune
di affidare per tutto il
mese di aprile l’ex “gate
Expo” alla gestione Gandini.
Costata circa 40.000 euro al
Comune che si era affidato
ad un bando regionale Expo,
la struttura a vetrate isolanti
concepita negli uffici dell’Ex
Assessorato al Commercio
e Marketing della precedente
amministrazione e
approvata dalla Sovrintendenza
di Milano rischia oggi
di veder definitivamente
esaurito il suo compito di
strategica vetrina informativa
cittadina e di morire definitivamente
benché appena
rinata dalle sue ceneri: un
paradosso che sta alimentando
un braintorming costruttivo
sui social. Promotore
del recupero della struttura
dalla sua bacheca Facebook
è Mattia Colombo, consulente
aziendale e candidato
alle ultime elezioni per
Varese Civica, fra le voci civiche
più interessanti del
post-elezioni. «Sono entrato
sabato mattina e ho notato
che era in ottime condizioni.
È spiacevole pensare che
verrà smantellato; oltretutto
mi pare già abbastanza
gradevole così com’è. Per
conto mio sarebbe opportuno
pensare di riutilizzarlo
come sala espositiva a rotazione,
come piccola fiera del
centro cittadino di prodotti
made in Varese ma anche
per pubblicizzare eventi. Il
Comune potrebbe chiedere
un affitto se ci sono le condizioni
di mercato, simbolicamente
o anche non. Plaudo
all’iniziativa di Gandini con
corollario di figure dipinte
dai ragazzi dell’Artistico,
che potrebbe senza dubbio
essere emulata da altri: Varese
ha bisogno di installazioni
permanenti di questo
tenore, che possano fungere
da attrattiva cittadina, così
come avrebbe bisogno di
percorsi storici permanenti,
una sorta di toponomastica
plastica fatta di statue nei
vari luoghi strategici cittadini,
che raccontino la nostra
identità, creando una
sorta di museo a cielo aperto».
Della stessa opinione
l’altrettanto civico ma galimbertiano
Mauro Gregori,
per il quale bisognerebbe
sfruttare l’info point per altri
eventi e manifestazioni.
«Questa struttura avrà avuto
veramente un suo senso
se sarà utilizzata in maniera
continuativa: per questo mi
auguro che alla chiusura del
progetto di “Varese Rinascimentale”
si abbia già un’idea
di come recuperarla e non la
si regali ad altri, anche perché
le spese di smantellamento
e trasporto se le dovrebbe
accollare il Comune.
Siccome è in ottime condizioni,
sarebbe il caso di pensare
ad affittarlo ad aziende
locali e non per promuovere
i lanci dei nuovi prodotti, o
anche ad artisti che per 15
giorni desiderino promuovere
la loro attività in città. È
chiaro che dovrebbe tutto
essere consono al luogo»
conclude.n