Ciclovie in Valganna, Valcuvia, Valmarchirolo e, buon ultima, da Sesto Calende a Laveno Mombello costeggiando il Lago Maggiore: ma fra Varese e Busto Arsizio, ovvero fra i due centri maggiori del Varesotto?
Se lo chiede Arturo Bortoluzzi, presidente degli Amici della Terra, in una lettera inviata ai presidenti della Provincia, Gunnar Vincenzi, e della Regione, Attilio Fontana.
«Vogliamo sapere se esista un collegamento per piste ciclabili da Busto a Varese all’interno delle strade secondarie ovvero anche usufruendo delle ferrovie esistenti» chiede lo storico esponente dell’ambientalismo varesino.
In altre parole, Bortoluzzi riafferma una posizione molto semplice: vogliamo investire solo nelle piste ciclabili a uso in prevalenza turistico e ricreativo o anche in quelle che (foto Archivio), potendo essere utilizzate dai lavoratori pendolari, alleggerirebbero il traffico motorizzato?
La questione non è mai stata affrontata con esiti risolutivi dagli enti locali, anche se bisogna riconoscere loro l’impegno attuato negli ultimi anni per dotare il territorio di una vera e propria rete di ciclovie (questo il termine adottato in via ufficiale dall’ultima legge nazionale), per altro sempre più frequentata tanto dagli amanti delle due ruote come da semplici camminatori.
«L’associazione Amici della Terra appoggia il progetto di collegare la provincia di Varese attraverso la mobilità ciclabile – scrive Bertoluzzi -, progetto che, una volta realizzato, permetterà di connettersi ai tracciati regionali, nazionali e internazionali. E’ un traguardo importante da raggiungere perché si connette alla politica della mobilità dolce portato avanti da Villa Recalcati sia a scopo ambientale, sia a scopo turistico».
Per questo motivo l’associazione «si mette a disposizione per poter partecipare a un bando di finanziamento per raggiungere la cifra di 11 milioni di euro» stimata come necessaria per realizzare la nuova ciclovia del Lago Maggiore, il cui progetto è ormai in dirittura d’arrivo. Tuttavia, rimane sullo sfondo il problema dell’allacciamento «alternativo» tra il capoluogo e Busto. «Lo chiediamo – ribadisce Bortoluzzi – proprio perché la nuova legge nazionale pone le biciclette come strumento alternativo alle automobili. In particolare è stabilito che la legge quadro persegue l’obiettivo di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative, al fine di migliorare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità della mobilità urbana, tutelare il patrimonio naturale e ambientale, ridurre gli effetti negativi della mobilità in relazione alla salute e al consumo di suolo, valorizzare il territorio e i beni culturali, accrescere e sviluppare l’attività turistica, in coerenza con il piano strategico di sviluppo del turismo in Italia».