Provincia e Fondo per l’A biente Italiano sono prossimi a sottoscrivere un protocollo d’intesa per la
valorizzazione unitaria dei beni in possesso dei due enti. Quattro appartengono a Villa Recalcati (Santa Caterina del Sasso, Chiostro di Voltorre, Badia di Ganna, Monastero di Cairate), sei al Fai
(Monastero di Torba, Casa Macchi a Morazzone, Villa della Porta Bozzolo a Casalzuigno, Villa Panza a Varese, oltre alla Torre e alla Pensilina del tram a Velate): beni che i presidenti Marco Magrini e Marco Magnifico, reduci da uno specifico incontro svoltosi venerdì scorso, intendono valorizzare secondo
nuove direttive e nuove sinergie comuni.
Ne ha parlato lo stesso Magrini anticipando l’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio provinciale e su sollecitazione del consigliere Sergio Ghiringhelli, preoccupato dalla notizia che la Società Patrimoniale – di cui Villa Recalcati detiene la maggioranza e che ne ha gestito le entrate durante gli ultimi anni – è stata esclusa dal bando per la “bigliettazione” dell’eremo di Santa Caterina.
Decisione che pareva dar corpo a voci di corridoio su difficili rapporti istituzionali che sembrano essere trascorsi negli ultimi anni tra la Società e la Provincia, ma che invece ha diverse motivazioni: «È stata esclusa in quanto non ha presentato la documentazione necessaria – precisa Magrini – nonostante
le sollecitazioni fatte pervenire affinché gli uffici provvedessero per tempo. Alla scadenza dei termini non abbiamo potuto fare altro che procedere all’esclusione come da regolamento».
Una vicenda dai contorni quasi surreali, ma con quali conseguenze pratiche? «Per ora nessuna di rilievo, nel senso che con ogni probabilità l’unica richiesta pervenuta verrà accolta, ma comunque il bando valeva un solo anno dal momento che nel 2024 l’intero pacchetto gestionale dell’eremo andrà a gara. Da qui ad
allora dobbiamo trovare una soluzione per gestire in modo differente la Patrimoniale, per esempio passando dall’amministratore unico al consiglio di amministrazione».
Sembra (ma la notizia attende conferma) che l’unico concorrente sia lo stesso che gestisce l’accesso alle Isole Borromee; quindi l’eremo passerebbe da un gestore misto pubblico-privato a uno interamente privato, di certo attirato dagli ottimi risultati che il complesso storico-religioso ha conseguito nel 2022: nonostante subisse ancora i postumi del biennio pandemico, con tutte le limitazioni del caso in termini di afflussi turistici, ha visto staccare quasi 150mila biglietti, per un incasso attorno ai 600mila euro, di gran lunga il bene pubblico più visitato in tutto il Varesotto.
A conferma di quanto riferito in Consiglio provinciale da Ghiringhelli, lo stesso Magrini ha messo in evidenza che si tratta di risultati ottenuti quasi senza fare una pubblicità mirata, per cui il prossimo accordo con il Fai non potrà che permettere il raggiungimento di obiettivi ancora migliori, che si estenderanno anche agli altri beni.