“Io so dove farlo. Io so come farlo”. Dimostra idee molto chiare il fondatore di Gens d’Ys Umberto Crespi, ora candidato nella lista Busto Grande che sostiene Emanuele Antonelli. Vuole portare un parco tematico a Busto Arsizio, dedicato alle culture sviluppatesi nell’area nel Medio Evo, e lo lancia come super proposta elettorale su Facebook,
L’Insubria Park farà discutere, ma non appare un’idea così balzana arrivando da uno che da anni rilancia i miti celtici al BustoFolk e gira tranquillo con il kilt quando danza e insegna balli irlandesi.
«So bene che questa non è la necessità primaria di Busto, ma so altrettanto bene cosa sono capace di fare grazie a quanto ho imparato in Italia e in Europa – racconta – Le immagini su Facebook mostrano un parco tematico esistente in Vandea (Francia), dove sono stato due volte. Ebbene, una cosa simile si può realizzare, gradualmente, sul nostro territorio». Il parco del filmato attira ogni anno milioni di persone, con varie attrazioni. Quello che Crespi ha in mente dovrebbe espandersi su 43 ettari di terreno. «Penso a un parco tematico storico, che parli dei celti e insubri di Golasecca, dei longobardi del Seprio e degli eventi medievali, tolta la battaglia di Legnano – chiarisce – Tre diversi villaggi con attori preparati. Daremmo lavoro con obbligo di assumere persone in loco, oltre ai professionisti di alcune attrazioni».
Idea curiosa. Ma dove vuole realizzarla? «Ancora non si può dire. Non vogliamo che altri usino la proposta per speculare sull’area».
Obiettivo è coinvolgere privati per costruire, il Comune godrebbe delle royalties degli ingressi, come fa il governo irlandese con le aziende che investono sui suoi territori: «Dobbiamo adeguarci. In Italia ci sono leggi diverse, ma si possono pensare agevolazioni locali, con l’incasso di soldi che sarebbero svincolati dalla tassazione e potrebbero essere usati per strade, sanità e tutto ciò che la città vive come urgenza».
Alcune navette, come a BustoFolk, collegherebbero ai «veri luoghi del passato»: Golasecca, Castelseprio, Torba. «Busto ha un aeroporto e due stazioni, un parco tematico, se fatto bene, può dare lavoro a un sacco di gente per ristorazione, cibi a chilometro zero, tutto quello che vogliamo».
Che dire a chi obietta che tutto questo non serve? «Dico che non è un parco dvertimenti. Ho girato l’Europa, so cosa succede e so che l’Italia non ha ancora questa cultura, ma il parco porterebbe visitatori da tanti Paesi. Busto è la sesta città della Lombardia, mi chiedo perché nessuno ci abbia pensato prima. Io non ho mai fatto politica, sono battitore libero. Coi partiti si può collaborare e portare avanti delle idee. Il parco non avrebbe costi per la città. Io mi batto anche per gli artisti di strada, per un’area concerti all’aperto ma coperta, un centro d’arte e cultura all’ex Borri. Il progetto del parco potrebbe attingere a fondi regionali ed europei, mentre finora non siamo mai stati capaci di portare a casa finanziamenti europei. L’Insubria Park coinvolgerebbe altri Comuni. So quel che faccio, sono una persona concreta: da 5 allievi sono arrivato a 800 in diverse città e BustoFolk ha raggiunto 20mila spettatori. Non parlo a vanvera».