Tutti presenti al tavolo della Provincia sulla crisi della Mascioni, la storica ditta tessile di Cuvio al centro di una difficile vertenza, dopo che i nuovi proprietari (gli spagnoli del fondo Phi subentrati alla Zucchi) hanno annunciato investimenti per 5 milioni di euro ma anche 118 esuberi su 280 dipendenti. «Siamo fiduciosi che questa cifra possa essere lievemente abbassata, ma non facciamoci troppe illusioni sui numeri, che saranno comunque importanti – ammette il vicepresidente della Provincia Giorgio Ginelli, che ha convocato la riunione ieri mattina a Villa Recalcati -. Comunque c’è la volontà di dialogare: tutti hanno risposto al nostro appello, dall’Unione industriali ai sindacati alla Regione Lombardia – Arifl, dalla Comunità Montana Valli del Verbano al Comune. Prevale il buonsenso, insieme al tentativo di trovare una soluzione condivisa nonostante le tensioni. Il piano dell’azienda è stato omologato e quindi è del tutto valido: si basa su cardini gestionali che ci sono stati spiegati per l’utilizzo degli spazi e l’ottimizzazione della produzione, puntando soprattutto su clienti affidabili e di caratura internazionale, che richiedono però una qualità molto alta». Per Ginelli, che da tempo segue la vicenda per le ricadute sull’intero territorio, c’è una rassicurazione che vale più di tutte le altre: «Ci sarà la continuità produttiva, la proprietà l’ha ribadito anche al tavolo – prosegue -. Perché ammettiamolo: il pericolo principale in situazioni simili è la chiusura delle nostre fabbriche, che invece non ci sarà. Anzi, il fondo Phi farà investimenti, pur riorganizzando il sistema produttivo. Anche il sindacato ha ribadito le proprie preoccupazioni, chiedendo di allungare i tempi degli ammortizzatori sociali. La cassa integrazione è stata concessa per 24 mesi e ne mancano 15. Bisogna però contare che la normativa sulla concessione degli aiuti è cambiata».
Restano poi da definire gli incentivi in uscita per i lavoratori: «Siamo realisti, però: la mobilità volontaria che si è conclusa il 30 giugno ha visto solo 28 dipendenti su 145 sfruttare questa opportunità – conclude Ginelli -. Saranno centrali formazione e ricollocazione in un territorio che può contare su diversi strumenti. Il 13 settembre torneremo a riunirci».