Nessun accordo, e così per protesta ieri le 130 donne delle cooperative che lavorano con Neologistica srl hanno bloccato camion e auto creando un muro umano davanti all’ingresso del complesso industriale di largo Boccioni di Origgio, accanto all’ex statale Varesina.
Sul posto massiccio è stato lo schieramento delle forze dell’ordine: c’erano numerose pattuglie dei carabinieri e c’era anche il comandante della locale Compagnia carabinieri, il capitano Pietro Laghezza; con uomini e mezzi pure della polizia locale di Origgio e Uboldo guidata dal comandante Alfredo Pontiggia. Ci sono stati momenti di tensione con chi entrava nella zona industriale – dove non c’è solo la Neologistica ma anche diverse altre realtà di settori differenti – e non è mancato qualche strillo, ma non ci sono stati incidenti.
Il tutto a partire dalle 7 e sino a pomeriggio inoltrato. I 130 delle cooperative, sono quasi tutte donne, sono arrivati a piccoli gruppi e hanno creato due barriere umane nel piazzale. In sostanza, hanno fatto passare i camion e le auto dirette nelle altre società che si trovano nel recinto mentre hanno bloccato tutti i mezzi diretti alla Neologistica, che non hanno potuto che incolonnarsi all’esterno, creando un serpentone arrivato sino alla Varesina. Un presidio proseguito sino alle 14.30 e sempre sotto lo sguardo delle forze dell’ordine; il tutto dopo che nel pomeriggio di lunedì l’incontro fra sindacati, responsabili cooperative e Neologistica non aveva prodotto alcun risultato concreto.
L’impasse è legata alla circostanza che l’azienda ha perso recentemente una commessa importante, e dunque i tagli sono stati decisi per mancanza di lavoro. In particolare è venuto a mancare un cliente di notevole rilevanza, una società straniera che per il confezionamento e la distribuzione si avvaleva appunto della Neologistica.
Un fulmine a ciel sereno per le operaie, che non sapevano niente e l’hanno scoperto soltanto mercoledì scorso quando come sempre si sono recate all’alba sul posto di lavoro, trovando i badge di ingresso disattivati. Ed erano cadute dalle nuvole, tanto che in un primo momento si era addirittura pensato ad un guasto tecnico. Mentre a metà mattinata era emersa la verità e c’era stato un primo presidio ai cancelli.
Cosa accadrà adesso? Nei prossimi giorni i sindacati intendono vagliare le posizioni delle singole lavoratrici, una ad una, per poi formulare specifiche richieste di ammortizzatori sociali. Per molte la situazione è drammatica, perchè da un giorno all’altro si sono trovate senza impiego: «Alcune lavorano qui da dieci anni – è stato ricordato nel corso del presidio di ieri – e per tante famiglie questo impiego rappresenta l’unica fonte di reddito. Se possibile, rivogliamo il nostro posto di lavoro e quanto meno che si faccia chiarezza. E chiediamo quanto ci è dovuto in termini economici».
Le trattative riprenderanno nei prossimi giorni, e per il momento non sono stati annunciati ulteriori presidi: per adesso le socie-lavoratrici delle cooperative resteranno a casa, per tornare a radunarsi in largo Boccioni quando il confronto sindacale entrerà nel vivo.