Turismo, si parte bene Ma il boom è straniero

La Prealpina - 11/07/2016

È un territorio che amplia la sua offerta, che la specializza, la differenzia e che è pronto a rimettersi sui banchi per seguire corsi di formazione dedicati e a voler sfruttare le opportunità del web: è la fotografia della Provincia di Varese turistica. Una zona con una enorme ricchezza paesaggistica e storica, ma ancora poco pubblicizzata e con tanta voglia di raccontarsi. Un fattore che diventa una risorsa, perché il margine per sviluppare il settore così si amplia. Lo sanno bene Federalberghi, Camera di Commercio e consorzio turistico Varese Visitors and Convention Bureau che con progetti portati avanti singolarmente e in sinergia, stanno pianificando lo sviluppo turistico dell’area. Un’area che, dati alla mano, sta cambiando pelle. Da una parte gli esercizi alberghieri tradizionali a cui si affiancano sempre più gli esercizi complementari, passati da 88 nel 2004 a 321 dieci anni dopo (2014) secondo i dati dell’Osservatorio di Economia Varesina. Per “esercizi complementari” si intendono gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, i campeggi e i villaggi turistici, gli alloggi agrituristici, gli ostelli per la gioventù, le case per ferie, i rifugi alpini e gli “altri esercizi” ricettivi non altrove classificati.

In totale, dal 2004 al 2014, le strutture ricettive sono quasi raddoppiate . Il trend si riflette anche nell’anno in corso, dove emerge che in generale anche il 2016 è iniziato bene per il turismo in provincia di Varese.

Come indicano i dati della Camera di Commercio, nel I trimestre gli arrivi di turisti sul territorio sono aumentati del 2,8% su base tendenziale, con una decisa nota di ottimismo per il turismo internazionale, cresciuto del 9,3% rispetto allo stesso trimestre 2015. Gli stranieri sono così passati da 124mila a 136mila, superando anche in questo trimestre gli italiani (117mila), con una quota pari al 54% del totale arrivi (253mila).

Non così bene il turismo nazionale: gli arrivi di connazionali nel territorio provinciale sono diminuiti del -3,8% su base trimestrale (da 122mila a 117mila), con un decremento ancora più marcato in termini di giornate di soggiorno (-5,7%). Per quanto riguarda le presenze, pesa il trend negativo italiano che appiattisce le giornate complessive di soggiorno a 395mila (-0,3%), nonostante il buon andamento della permanenza degli stranieri (+5%, da 201mila a 211mila). La permanenza media del trimestre risulta pari a 1,6 giorni, ancor più bassa della media annuale (1,7).

Se la grande maggioranza dei flussi viene gestita dalle strutture alberghiere, -a maggior ragione in un trimestre come il primo che lascia poco spazio ai soggiorni ad esempio nei camping (93% a fronte di una media annuale dell’88%) -, appaiono in crescita i complementari. Le presenze nelle strutture extra-alberghiere, infatti, nel I trimestre 2016 registrano un +16% (23mila – 5,8% del totale) rispetto al medesimo periodo del 2015 e +26% nei B&B (6mila presenze – 1,5%).

C’è poi il settore delle case vacanze e della sharing economy, spesso un mondo ancora sommerso e poco regolamentato. «In provincia di Varese il fenomeno non è così rilevante come in altre località turistiche, tuttavia va tenuto d’occhio. Noi non ne siamo contrari, ma chiediamo regole chiare per tutti, altrimenti si rischiano distorsioni del mercato» commenta Daniele Margherita di federalberghi. «Strutture di questo tipo, come le case vacanza, a volte possono sfuggire al fisco. Abbiamo sensibilizzato la Regione su questo aspetto: bene ogni iniziative ma regole chiare: per il fisco e se vanno denunciate le persone alloggiate come fanno alberghi lo facciano, è anche questione di sicurezza soprattutto in questo periodo».