Piemonte batte Lombardia nella parte sud del Lago Maggiore: non che ci fossero dubbi, ma la conferma arriva anche dal workshop sul turismo extra alberghiero promosso ieri dalla Camera di commercio. La permanenza media dei turisti è superiore a quella provinciale, ma resta un gap da recuperare rispetto a quella parte di territorio piemontese che si trova proprio di fronte: nell’area del Basso Verbano gli ospiti si fermano mediamente per due giorni e mezzo rispetto al dato di 1,7 che è la permanenza, sempre in media, considerando l’intera provincia di Varese. Se però si attraversa il Maggiore, per giungere nelle località della provincia di Novara affacciate sul lago, questa cifra sale a tre giorni.
Come allora accrescere l’appeal del Basso Verbano, con i suoi 15 comuni, valorizzando appieno un’area dalle inestimabili bellezze ambientali e architettoniche e con grandi opportunità sul piano anche del turismo legato all’attività all’aria aperta? Si punta anche a incrementare l’offerta di strutture ricettive non alberghiere del territorio provinciale, in conformità a tutte le norme vigenti. Il dibattito si è acceso ieri al summit camerale in collaborazione con Regione Lombardia, Explora, Città di Angera, Varese Convention & Visitors Bureau e con le associazioni di categoria. «L’incontro s’innesta in un percorso di attività integrate a favore dello sviluppo del sistema economico varesino per cui opera quotidianamente la Camera di Commercio – ha detto in apertura il presidente dell’ente camerale, Fabio Lunghi -. Si parla di turismo, ma le ricadute sono più ampie: infatti, laddove l’imprenditorialità turistica è maggiore e migliore, ci sono ripercussioni positive in termini di indotto diretto (strutture ricettive, intrattenimento, servizi), ma anche di indotto indiretto.
È il caso quest’ultimo della valorizzazione immobiliare e dell’attrattività di investimenti a 360 gradi, con i riscontri in termini occupazionali. Il tutto su di un’area del Basso Verbano dove il turismo vede presenze legate non solo al leisure, bensì anche all’attività sportiva, al settore manifatturiero e alla ricerca scientifica. Basti pensare, in questi ultimi due ambiti, alla presenza di Leonardo e del Jrc».
L’area, se vede un buon incremento delle presenze turistiche, cresciute dalle 204mila del 2014 alle quasi 243mila dello scorso anno, registra una sia pur leggera diminuzione della popolazione: dai 55.633 residenti del 2014 ai 55.069 dello scorso anno. «Angera sta investendo molto sul turismo – ha sottolineato il sindaco Alessandro Paladini Molgora -. Il suo target è un turismo di qualità, capace di generare ricadute per il territorio, valorizzando il suo lato autentico ed evitando di stravolgerne i ritmi. Occorre quindi ragionare sulla gestione dei flussi e dell’accoglienza. Su quest’ultimo punto, è importante che anche il territorio risponda. Angera, prima di accogliere, deve esserne pronta. Stiamo lavorando in questa direzione, in collaborazione con enti e privati».
Da qui la necessità di promuovere un’offerta turistica all’altezza.