L’intento del Comune è chiaro: riuscire ad ogni costo a convincere i vertici della Regione che il nuovo ospedale unico si debba fare sul territorio di Busto Arsizio, vincendo la concorrenza con Gallarate.
È per questo che l’altra mattina il sindaco Emanuele Antonelli e il suo assessore all’urbanistica Isabella Tovaglieri sono andati in missione a Milano, al cospetto dell’assessore lombardo alla sanità Giulio Gallera, portandogli tre proposte diverse. «Tre proposte – conferma Tovaglieri – che hanno una caratteristica comune e determinante: tutte rispondono pienamente ai criteri richiesti per farci una struttura sanitaria di quelle dimensioni».
In più gli esponenti bustocchi non hanno rinunciato a suggerire una quarta strada: «Per dare attenzione al rione San Giuseppe, che da sempre convive con l’ospedale, abbiamo depositato un progettino di rifacimento dell’attuale sito, prospettando una graduale demolizione e ricostruzione votata a efficientamento e ingrandimento». Una ipotesi di buon senso, ma è chiaro che le possibilità che venga accolta sono poche. «Tuttavia – va avanti l’assessore della Lega – la rassicurazione che abbiamo ottenuto è che qualunque sarà l’indirizzo scelto per fare il nuovo polo, esso dovrà andare di pari passo con il rilancio dell’attuale area, per non lasciare una cittadella vuota in mezzo al quartiere».
A Gallera, dunque, la giunta di Palazzo Gilardoni ha illustrato le tre soluzioni. Quella in pole position (almeno sul fronte cittadino) si trova a Beata Giuliana, nella sterminata superficie che fronteggia l’Ite Tosi. «Anni fa – ricorda Tovaglieri – doveva essere usata per il Campus scolastico. Ora, visto che l’idea è tramontata, rimettiamo sul tavolo l’opportunità, trattandosi di una proprietà interamente comunale e già destinata a servizi». La particolarità è che la soluzione si trova praticamente sul lato opposto della strada rispetto all’idea avanzata da Gallarate, ovvero il terreno della 336 al centro di un contenzioso con le Coop. Come a dire che la sfida si sta giocando in un raggio di 300 metri.
Busto, comunque, ha altre due frecce. Come illustra Tovaglieri: «Da un lato c’è il terreno attorno a MalpensaFiere, che ha come forza l’assoluta accessibilità per i cittadini delle due città ma che ad oggi non è ancora completamente del Comune. Dall’altro, invece, esiste quello spazio al confine con Cassano Magnago di cui si è parlato tanto, perché un imprenditore vorrebbe donarlo per un suo utilizzo sociale. Anche questo abbiamo presentato a Gallera, disponibilissimo a incontrarci in tempi rapidi».
Insomma, le carte sono adesso sul tavolo. La Regione vuole indicare definitivamente la linea entro la fine del mandato di Roberto Maroni, cioè in un anno. Busto vuole ottenere il privilegio, «poiché per noi è fondamentale tenere l’ospedale sul territorio».