Torna a splendere l’Isolino Virginia

La Prealpina - 21/05/2018

Uno tra i più importanti insediamenti palafitticoli d’Europa e il più antico dell’arco alpino, sarà sottoposto a un intervento di valorizzazione. Un progetto atteso, nella forma in cui è stato redatto dall’amministrazione comunale, da decenni. L’Isolino Virginia, parco naturale, storico e archeologico all’aperto, potrà essere sottoposto a due anni di lavori finalizzati «alla conoscenza, alla protezione, alla riqualificazione, alla valorizzazione e al miglioramento dell’accessibilità al patrimonio archeologico», dice l’assessore alla Cultura Roberto Cecchi che ha presentato alla giunta il piano, puntuale e articolato in più punti, per accedere a un bando regionale. L’importo complessivo dei lavori ammonta a 200mila euro, di cui 140mila richiesti a Regione Lombardia (più 40mila finanziati da Palazzo Estense e 20mila rendicontati da Comune e Mibact), fondi che saranno utilizzati nell’arco di un biennio per opere che hanno più obiettivi. Mettere in sicurezza e riqualificare lo scavo archeologico, con la possibilità di aprirlo al pubblico, avviare nuove attività di scavo, recuperare il patrimonio arboreo e progettare una nuova sistemazione del verde, restaurare il molo antico e proteggere il patrimonio archeologico adiacente le sponde e sommerso. Un intervento complessivo di riqualificazione che è stato approvato dalla giunta Galimberti e la cui richiesta di fondi è già stata inviata sui tavoli della Regione Lombardia (il bando si è chiuso il 15 maggio).

La situazione del sito nel Lago di Varese e a pochi metri dalle sponde di Biandronno, ma di proprietà del Comune di Varese dal 1962, non è brillante dal punto di vista della valorizzazione dell’inestimabile capitale storico e archeologico custodito. La manutenzione ordinaria è garantita egregiamente mentre un ristorante è aperto al pubblico tutto l’anno nei fine settimana (ma si può prenotare per eventi in altri giorni).

Le distruzioni ripetute causate dalle alluvioni negli ultimi anni e qualche incursione di balordi (per fortuna non ai danni di museo e patrimonio tutelato) hanno sancito da anni la necessità di una rinascita dell’Isolino, dichiarato patrimonio Unesco il 27 giugno 2011. «L’Isolino Virginia è un patrimonio inestimabile che merita di essere conosciuto, valorizzato e reso fruibile nel migliore dei modi», dice il professor Cecchi.

San Biagio, Camilla, la preistoria

Un luogo di irripetibile bellezza. E di magia, quella trasmessa dalla storia. L’Isolino Virginia merita di essere ri-scoperto e valorizzato. Nel Cinquecento era conosciuta come Isola di San Biagio, per la presenza di una piccola chiesa dedicata al santo ed era meta di processione dalla Schiranna. Dal Settecento – scrivono gli esperti dell’assessorato alla Cultura -, fu la residenza di Innocente Besozzi che, in onore della propria consorte, chiamò l’isola Camilla. Dal 1878, porta il nome di Virgina, in omaggio alla moglie del marchese Andrea Ponti. Dal 1962, in seguito alla donazione da parte del marchese Gianfelice Ponti, l’isolino Virginia è proprietà del Comune di Varese. Solo 9.200 metri quadrati, a forma triangolare, a pochi metri dalla riva del Comune di Biandronno e dal 1863 uno dei siti più famosi della preistoria europea.

Dall’estate del 2006 fino al 2015 si è ripresa l’indagine archeologica. Le campagne di scavo passate e più recenti hanno contribuito “alla ricostruzione della storia più antica dei laghi varesini”. Le parti di pavimentazione messe in luce sono eccezionali strutture lignee tra cui addirittura una porzione risalente al 4.840-4.710 avanti Cristo. Nel corso dei secoli, le strutture lignee neolitiche monumentali si sono conservate poiché sommerse dalle acque, dai sedimenti e dalla vegetazione. La campagna di scavo del 2008 al centro dell’Isolino ha permesso di approfondire una parte dell’area indagata negli anni Cinquanta da Mario Bertolone. “La messa in luce delle varie sezioni ha permesso di evidenziare eccezionali sequenze stratigrafiche, tra le quali una rilevante compresa fra un periodo posteriore al 4.899 a.C. e precedente al 4.590 a.C. Le ricerche, gli scavi, le indagini in ambito archeologico e la rivalutazione del verde hanno l’obiettivo di rende il tutto più accessibile ai visitatori e sono i capisaldi del progetto allegato alla richiesta di finanziamento alla Regione tramite il bando “per la promozione di interventi di valorizzazione di aree archeologiche, siti iscritti o candidati alla lista Unesco e itinerari culturali in Lombardia”.