La specificità montana, in questo caso, ha funzionato. Il Verbano Cusio Ossola mantiene la Camera di commercio con Sondrio e Belluno. Lo consente il decreto legislativo sul riordino e la revisione delle zone di competenza territoriale degli enti che raggruppano le imprese. Il decreto, in vigore dal 10 dicembre, consente ad Unioncamere, cui spetta di decidere sugli accorpamenti, di mantenere l’ente con sede a Baveno in deroga ai criteri che impongono l’accorpamento di quelle Camere che non raggiungono la quota minima di 75 mila imprese associate. Deroga cui hanno diritto i territori montani e di confine quali sono, oltre al Vco, Sondrio e Belluno.
La sopravvivenza dell’ente camerale era stata a lungo in forse. Oltre al riconoscimento di specificità montana, e alla contiguità con la vicina Confederazione elvetica, decisiva ai fini della concessione della deroga è stata la scomparsa delle Province prevista dalla riforma costituzionale sulla quale si vota il 4 dicembre. Vincesse il sì, la Provincia in quanto tale sparirebbe, anche se non subito: l’8 gennaio si voterà comunque per il rinnovo del Consiglio provinciale. E la Camera di commercio rimarrebbe l’unico ente sovraordinato del territorio.
Soddisfazione dall’onorevole Enrico Borghi (Pd), l’unico rappresentante parlamentare del territorio, più volte sollecitato dai vertici di Camera di commercio e delle associazioni imprenditoriali della provincia sull’argomento: «È un chiaro segnale di rispetto dell’autonomia delle aree di confine, delle prerogative delle parti sociali del territorio che ora hanno la facoltà concessa dalla legge delega di richiedere l’autonomia della Camera di commercio del Vco»