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La Camera di commercio di Terni con circa 26 mila unità locali non potrà continuare a rimanere autonoma. La direzione dell’accorpamento con la circoscrizione territoriale di Perugia a formare la Camera di commercio dell’Umbria assume quindi concretezza». A disegnare il prossimo futuro dell’ente camerale è direttamente il presidente, Giuseppe Flamini, intervenuto all’assemblea generale dei presidenti delle camere di commercio che si è svolta a Milano. In quella occasione Flamini ha fatto il punto su quello che è il percorso di riforma che riguarderà a stretto giro di posta i due enti umbri, in particolare quello ternano.
Gli indirizzi «Lo schema di decreto di riforma della Camere di Commercio – ha spiegato Flamini nel suo intervento – approvato lo scorso 25 agosto dal consiglio dei ministri ha confermato l’importanza degli enti camerali per lo sviluppo e la promozione del sistema delle imprese e delle economie locali, in un quadro di razionalizzazione dei costi, di grande attenzione all’efficienza e alle esigenze e ai bisogni delle imprese. Oltre a prevedere funzioni ormai consolidate il decreto ne potenzia alcune, come l’orientamento al lavoro e alle professioni, l’inserimento occupazionale ma anche la promozione del turismo e del patrimonio culturale. Le Camere di Commercio potranno inoltre svolgere, nella logica della sussidiarietà, attività di supporto e assistenza alle imprese in regime di libero mercato. Novità che le avvicina ai sistemi camerali europei più avanzati».
Razionalizzazione Il quadro del governo prevede una forte razionalizzazione, con il passaggio delle Camere di Commercio italiane da 105 a 60, la diminuzione del 50 per cento del diritto versato dalle imprese, l’introduzione della gratuità degli incarichi per i componenti degli organi collegiali. «L’accorpamento – spiega Flamini – sarà obbligatorio per le Camere di Commercio con meno di 75mila imprese/unità locali. Da questo punto di vista Perugia, con oltre 80mila unità, potrebbe non fondersi con altre Camere. Terni, con circa 26.000 unità non potrà continuare a rimanere autonoma. La direzione dell’accorpamento con la circoscrizione territoriale di Perugia a formare la Camera di commercio dell’Umbria assume quindi concretezza».
Attenzione Secondo Flamini però per portare avanti questo passaggio servirà attenzione su diversi temi: «Da quello primario della garanzia dei servizi per le imprese del territorio a quello della rappresentatività, passando per il delicato nodo della riconversione delle professionalità esistenti su compiti innovativi. Quello che è iniziato il 25 agosto si può definire l’inizio di un percorso, anche dal punto di vista amministrativo: lo schema di decreto diventerà definitivo dopo i previsti pareri e quindi non prima del tardo autunno. Dopodichè per la sua attuazione saranno necessari altri passaggi formali che si concluderanno nel corso del 2017. La riforma ci ricorda che occorre poi rinsaldare ancora più fortemente il legame operativo con la Regione Umbria. Altro tema, quello dell’occupazione. Vista l’attenzione posta dal decreto sui costi di struttura, è comprensibile la forte preoccupazione di personale e sindacati rispetto al fatto che questa riforma sia concretamente realizzabile senza compromettere organici che negli ultimi anni hanno visto solo fuoriuscite di personale e nessuna nuova assunzione. Il rischio è di penalizzare quel ricambio generazionale che è necessario in tutti i momenti di sviluppo e rilancio».