Tassa d’imbarco alle stelle«Urgente abbassarla subito o ridurremo gli investimenti»

La Prealpina - 20/05/2016

Era stato chiaro un mese fa il numero uno di Ryanair, Michael O’Leary, sbarcato a Milano per annunciare il record di prenotazioni anticipate per la programmazione estiva 2016 a Malpensa e Orio al Serio. O il governo innesca la retromarcia sulla tassa d’imbarco, passata dallo scorso primo gennaio da 6,5 a 9 euro per biglietto aereo venduto, oppure la low cost irlandese ridimensiona la propria presenza in Italia a partire dai numerosi aeroporti regionali e delle isole in cui è presente, provocando un minore afflusso di turisti provenienti da tutta Europa.

Meno chiaro è invece l’atteggiamento del governo italiano che soltanto nell’ultimo mese sembra aver cambiato idea almeno tre volte rispetto alla decisione presa lo scorso dicembre e contenuta nella Legge di stabilità 2016, ovvero aumentare di quasi il 50 per cento l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco. La primissima apertura del ministro dei Trasporti Graziano Delrio, risalente allo scorso aprile, si è scontrata infatti con un’antitetica presa di posizione in Parlamento. Rispondendo a un’interpellanza del deputato di Unidos Mauro Pili, il governo, rappresentato dal viceministro alla Salute, venerdì scorso aveva reso noto che «per il 2016 non ci sarà nessuna riduzione delle tasse aeree e che si valuterà eventualmente per il 2017, ma solo se il gettito sarà superiore alle previsioni». Una linea d’azione che è durata meno di una settimana perché l’altro giorno è stato il premier in persona Matteo Renzi a promettere che «interverremo sulle tasse aeroportuali». Come? Nelle ultime ore il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Luca Lotti, ha confermato la volontà di abbassare la tassa d’imbarco, ma non è riuscito a dare informazioni più specifiche. «Anche ieri – ha detto – c’è stata una riunione al ministero dei Trasporti per capire come e quanto si può incidere sulla riduzione o sull’abbattimento: sono convinto che già dalla settimana prossima il ministro Delrio possa dare risposte precise sul tema». In attesa dunque di un provvedimento ufficiale, al momento è un’ulteriore apertura che soddisfa easyJet, prima compagnia per numero di passeggeri trasportati da e per Malpensa (oltre 6,5 milioni all’anno).

«Sono lieta di apprendere che il governo italiano intenda rivedere e abbassare le tasse sui passeggeri», spiega in una nota il direttore per l’Italia, Frances Ouseley: «Dall’ultimo aumento di queste imposte, nel dicembre 2015, siamo stati in prima linea nell’evidenziare le ripercussioni negative che questa misura avrebbe determinato sullo sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro». La manager di easyJet sostiene che ricerche condotte su altri mercati hanno già dimostrato che l’eliminazione dell’addizionale di imbarco avrebbe il potenziale di aumentare la domanda di voli, promuovere il commercio e il turismo, aumentare il Pil e generare nuovi posti di lavoro. Anche Ryanair, tramite il suo ad O’Leary era stato molto duro sull’argomento: «Tassare i visitatori in Italia per creare un fondo che vada a pagare le pensioni e la riqualificazione professionale degli ex piloti Alitalia creerà un danno incalcolabile al turismo e al lavoro italiani». Ora si attende la risposta del governo.