Tassa di imbarco, si va al legale

La Prealpina - 11/07/2016

Circa venticinque comuni aeroportuali italiani – di cui sette del Consorzio Urbanistico Volontario (Cuv) – hanno firmato ieri mattina a Roma nel corso della riunione di Ancai (Associazione Nazionale Comuni Aeroportuali Italiani) – guidata dal presidente e sindaco di Ferno Mauro Cerutti– l’avvio del procedimento di azione in giudizio e legale contro il governo italiano. In primis contro il Ministero dell’Economia per la ripartizione di oltre sessantacinque milioni di euro tra gli enti locali ricorrenti di spettanze arretrate e di competenza comunale dell’addizionale sui diritti di imbarco dal 2005 al 2015 con Ferno che – ad esempio – attende circa sei milioni di euro. Ha fatto sapere il presidente Cerutti: «I comuni ricorrenti sono di tutta Italia e non è nemmeno escluso che ci possa essere una seconda tranche di enti locali pronti a citare in giudizio lo Stato in una mattina dove è stata forte, univoca e compatta la voce di chi lotta per riconoscere i suoi diritti». Fermo restando che la competenza complessiva della tassa di imbarco non corrisposta sarebbe pari – secondo stime fondate da Ancai – a circa 90 milioni di euro che in questo caso dovrebbero però essere suddivisi tra il totale degli ottanta enti aeroportuali inclusi i non ricorrenti. D’altronde si è arrivato a questo anche perché lo Stato non ha mai risposto alle sollecitazioni dei vari comuni, in quella che è una battaglia trasversale che coinvolge municipi di Malpensa, Fiumicino, Orio al Serio, Palermo, Falconara Marittima, Alghero, Elmas per citarne solo alcuni.

Ma ieri a Roma – in una giornata in cui il territorio era rappresentato anche dai primi cittadini Claudio Montagnoli (Arsago Seprio) e Dimitri Cassani(Casorate Sempione) – si è discusso anche di altro ed in modo particolare si è trovata la massima unità e sinergia anche sull’Iresa (Imposta Regionale sul Rumore) per la quale si chiede in massa di rivederne la sua impostazione. Ovvero sia una sorta di mitigazione e di compensazione ambientale a fronte dell’impatto acustico.

Altro tema caldo del vertice è stato quello sui piani di rischio con gli enti locali compatti che chiedono ad Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) uno sviluppo meno vincolato dei propri territori dal punto di vista urbanistico al fine di agevolare la propria programmazione di sviluppo. Ha infine concluso il presidente Cerutti: «E’ fondamentale in prospettiva lavorare – e ne stiamo già parlando – che Ancai diventi un ente giuridico riconosciuto ed un polo attrattivo dei comuni aeroportuali al fine di divenire un interlocutore ufficiali nei rapporti con governo e enti aeroportuali». Insomma i comuni affilano le armi non solo del ricorso ma anche dell’unità su una battaglia – la tassa di imbarco in primis ma non solo – per “contare di più” ai tavoli istituzionali e tutti insieme.