Possono cultura e turismo essere sviluppo economico nei prossimi cinque anni a Varese? La risposta a questa domanda sta nel lavoro congiunto tra Assessorato alla Cultura e Turismo e gli addetti del settore, che hanno partecipato numerosi all’orazione dell’assessore Roberto Cecchi (presente anche il sindaco Davide Galimberti). La Sala Montanari (foto Blitz) era quasi al completo e diversi operatori sono intervenuti, tutti concordi nell’attivare le risorse per centrare l’obiettivo comune, ovvero il rilancio della Città Giardino. Con un apporto di punti di vista differenti, resta obiettivo dell’amministrazione il creare una regia comune che consenta di non disperdere le energie, soprattutto pensando alle ridotte possibilità economiche delle casse comunali. Si è parlato di vocazione paesaggistica, che rimane il valore aggiunto territoriale: passa dalla riscoperta delle sue ville come racconta l’esperienza di Franco Cremante, proprietario di Villa Paradeisos,aperta al pubblico anche domenica scorsa. Ma anche «dalla scoperta – ha detto Paola Dianessi dello Iat – di itinerari inediti» e «dalla rivalutazione delle castellanze e dei monumenti – ha aggiunto Pino Terziroli – poco conosciuti ai varesini stessi». «Anche il turismo per le famiglie deve essere parte rilevante», ha insistito Sonia Milani di 23 Eventi.
Una città nella quale «bisogna contrastare il degrado», secondo Italia Nostra. Messaggio ripreso anche da Remo Benzi, il quale ha insistito sul tema degli spazi sportivi e dei grandi eventi che portano numeri importanti, come del resto potrebbe succedere – ha ricordato Monica Morotti – «se puntassimo sulle grandi mostre d’arte».
«Importante anche il discorso fatto da Arturo Bortoluzzi quando accennava al rispetto delle competenze reciproche e alla meritocrazia», ha commentato a laterePaolo Franzato mentre per Alberto Minazzi di Legambiente «il primato di Varese per quanto riguarda gli hotel a 4 stelle ha prodotto interventi avventati».
Riguardo allo sport e alla musica, in particolare per i giovani, è stata richiamata l’attenzione sull’assenza di spazi idonei, mentre Alberto Lavit ha proposto di utilizzare le vetrine dei negozi temporaneamente sfitti per l’esposizione di opere d’arte. Chiude il cerchio dei pareri Massimo Ambrosini, rappresentante del Consiglio direttivo Federalberghi Varese: «Abbiamo apprezzato la visione unitaria, l’eleganza e la centralità della cultura. Gli operatori sono pronti a fare la loro parte, speriamo che questa visione non si traduca con una tassa di soggiorno, che sarebbe iniqua».