«C’è una parte della politica di questo nostro territorio che ha come suo indirizzo la preameditatio malorum, che possiamo tradurre con l’immagine di catastrofi future, come se dovessero arrivare per ogni progetto, ogni nuova infrastruttura, ogni attività intrapresa dall’uomo nell’intorno aeroportuale». Guido Colombo, sindaco leghista di Somma Lombardo dal 2005 al 2015, ce l’ha in particolare con Jimmy Pasin, tra i relatori dell’assemblea indetta stasera dalla Sinistra per Somma (ore 21, sala polivalente di via Marconi) per spiegare perché sia da osteggiare il futuro collegamento ferroviario T2-Gallarate che Regione Lombardia, Sea e FerrovieNord sono intenzionati a realizzare entro il 2023 con un investimento pari ad almeno 180 milioni di euro. Ma Pasin è anche colui che settimana scorsa ha invitato ufficialmente (non ha ancora ricevuto risposta) il presidente di Sea Pietro Modiano a camminare insieme a lui lungo i sette chilometri che dividono il T1 dal centro città per poi spiegare in assemblea ai sommesi perché «il Nuovo Masterplan e la ferrovia siano assolutamente indispensabili per la vita dell’aeroporto». Colombo non si vuole certo sostituire a Modiano, ma si schiera dalla sua parte: «Per comprendere che il collegamento tra il T2 di Malpensa e Gallarate è parte di una visione strategica occorre uscire dai sette chilometri che si percorrono a piedi da Somma a Malpensa e alzare lo sguardo». Secondo l’ex sindaco, «significa avere una visione sul futuro dei nostri territori e sul nostro vivere, lavorando con il concetto di capitalismo verde, il cosiddetto ambientalismo di buonsenso». A fronte di pochi contrari che alzano la voce, secondo Colombo ci sono migliaia di persone silenziose favorevoli allo sviluppo dell’aeroporto e delle infrastrutture a esso collegate. «Tutto ciò per il principio del bene comune. Possibile che la politica locale dell’intorno aeroportuale debba invece solo far passare il mugugno, il piagnisteo e il brontolio?».