Sui costi della politicaLombardia virtuosa«Noi meglio di tutti»

La Prealpina - 19/04/2017

Costi della politica e vitalizi, questioni aperte, che provocano polemiche, arrabbiature, risentimenti nei cittadini comuni. In buona parte, questioni irrisolte. Tant’è vero che soltanto in dieci regioni sono stati applicati i tagli previsti dalla spending review, fino al punto che beneficiano dell’assegno post-mandato anche coloro i quali sono stati riconosciuti colpevoli di avere abusato dei rimborsi. Uno scenario tipicamente italiano. Dentro il quale, perlomeno per la parte delle spese generali, fa eccezione la Lombardia.

Quest’oggi, l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale esaminerà il rendiconto per l’esercizio finanziario dello scorso anno. Rendiconto che prevede «un risparmio ulteriore, in un trend di continua riduzione dei costi della politica». Lo sottolinea Raffaele Cattaneo (nella foto), presidente dell’assemblea del Pirellone. Al di là dei vitalizi, aboliti per i consiglieri di nuova nomina, va sottolineato che rispetto al 2013, anno di inizio del mandato regionale, il costo pro capite per cittadino lombardo del Consiglio è diminuito di 30 centesimi, da 2,76 euro a 2,46 euro nel 2016, il dato più basso di tutte le Regioni italiane. Ribadiamo: 2,46 euro per cittadino contro i 125 euro (centoventicinque) per ogni cittadino della Valle d’Aosta. Certo, stiamo parlando di una piccola regione, con un numero ridotto di abitanti, ma con un’incidenza incredibile, addirittura spropositata, rispetto al costo pro capite per il funzionamento delle istituzioni.

Alla Valle d’Aosta possiamo accostare, seppure a distanza, la Sardegna con 50,87 euro per ogni abitante. Tutte e due regioni a statuto speciale. A titolo di comparazione ricordiamo gli 8,60 euro pro capite della Toscana e dell’Emilia Romagna, i 19,69 della Liguria e i 34,68 del Molise. La Regione che costa di più in assoluto è però la Sicilia, con i suoi oltre 175 milioni di euro rispetto ai 20 o poco meno della Lombardia (nel 2013 era arrivata a 39 milioni e mezzo di euro). Stiamo sempre parlando dei costi della politica, che comprendono il funzionamento delle assemblee elette, esclusi evidentemente i dati e, quindi, le spese del bilancio amministrativo, cioè degli assessorati, che importa ben altre somme. Per restare ai vitalizi, che per legge continueranno ad essere erogati ai consiglieri del passato, la Lombardia ha operato una progressiva e sensibile riduzione. Nel 2012 spendeva 7 milioni e mezzo circa, nel 2016 un milione in meno.

Risparmi consistenti anche per quanto riguarda i contributi ai gruppi consiliari: da 3 milioni e 700mila euro di cinque anni fa a 500mila del 2016. Tendenza al ribasso che si riscontra infine per quanto riguarda le indennità ai consiglieri in carica: da 16 milioni a poco meno di 12. Aspetto ancora più importante: i consiglieri eletti nel 2013, esecutivo di Roberto Maroni, non riceveranno più alcun vitalizio. Si tratta di un’inversione di tendenza tutt’altro che secondaria, se pensiamo a quanto accade da altre parti. Per esempio in Sicilia, che sborsa ogni anno per i vitalizi 18 milioni di euro. O ancora, rispetto a quanto succede in Sardegna, con numerosi casi di consiglieri baby pensionati a 40 anni. Per non dimenticare la Calabria, la regione più povera d’Italia, che mette a bilanci per i vitalizi 9 milioni e mezzo ogni dodici mesi. In pratica, tre milioni in più della Lombardia, la regione più ricca. Per dirla fino in fondo, il costo complessivo dei vitalizi dei consiglieri regionali nel nostro Paese supera di gran lunga i 140 milioni di euro, per una spesa complessiva per mantenere le assemblee di oltre un miliardo, Sprechi? Fate un po’ voi.

Nel rendiconto finanziario relativo allo scorso anno, che sarà esaminato quest’oggi dall’Ufficio di presidenza del Pirellone, compare anche un altro dato di rilievo: occorrono 19 giorni medi per il pagamento della fatture, uno in meno rispetto al 2015 e ben quattro in meno rispetto al 2014. Secondo Raffaele Cattaneo, «davanti alla polemiche sui costi della politica, il modo migliore è di rispondere con i fatti concreti, e in questi quattro anni ne sono stati fatti tanti, così come testimoniano i dati».