Stringiamoci sul lago Disertare è peccatomortale

La Prealpina - 17/04/2016

elato tra i nuvoloni che ingrigiscono il cielo sopra il lago c’è uno stratega superiore cui piace giocare con il destino, annodando e sciogliendo a piacimento i fili della storia.

Forse è un solo un caso, ma forse no. Perché alla Schiranna, nell’ultimo weekend internazionale di un ciclo probabilmente irripetibile, la gente della contea dei laghi rivive le stesse emozioni provate nel 2012, quando furono gli Europei a mostrare il volto più bello di Varese.

E come allora sono proprio i figli e le figlie del bacino più invidiato ad accendere l’entusiasmo sulle tribune.

Federica Cesarini ieri, Sara Bertolasi e Pierpaolo Frattini oggi. Varese tifa per i varesini colorando di gioia e d’attesa la sponda palpitante del lago.

Chi rinuncerà a partecipare, emulando coloro che diserteranno i seggi del referendum sulle trivelle, non farà una scelta ma avrà solamente torto. Perché tutta la “città giardino”, nonostante la mannaia pendente del maltempo (con l’annunciato temporale che dovrebbe però manifestarsi solamente a gare finite, nel pomeriggio), dovrebbe lanciare un segnale. Prima di tutto al mondo del remo, che al fascino di questa terra si è sempre inchinato con rispetto prima e con affetto adesso. Ma anche alle istituzioni locali che, dopo l’imminente tornata elettorale, dovrebbero tornare a riunirsi studiando – assieme alla neonata Varese Sport Commission – una nuova strategia per non privare la contea dei laghi del rapporto privilegiato creatosi con la Fisa.

La Regione Lombardia, che oggi farà sentire la sua presenza con il presidente Bobo Maroni e con l’assessore Antonio Rossi, ha avuto un ruolo indispensabile per l’organizzazione delle prove di Coppa del Mondo del 2015 e di oggi (1 milione e 150 mila euro in due anni). Ma è chiaro che per disegnare un futuro diverso occorre un approccio diverso. E sinergie nuove, soprattutto con partner privati. Creando una squadra che creda fermamente nel territorio e pure nelle straordinarie opportunità offerte da una disciplina ecocompatibile come il canottaggio.

Abbandonare un filone felice sarebbe un peccato mortale, come quello di lasciare oggi i figli del lago senza un meritatissimo uragano di applausi.