Soffrono i Distretti, meno quelli “hi-tech”

La Prealpina - 07/10/2016

Arranca ancora il “made in Lombardy”, ma in modo ridotto nel polo hi-tech in cui brilla il Varesotto. Le esportazioni dei distretti tradizionali della Lombardia hanno registrato una crescita nulla nel secondo trimestre 2016 (-0,3%, a valori correnti), che sommata alla contrazione del trimestre precedente fa sì che l’evoluzione cumulata dell’export resti in territorio negativo (-1%). Il risultato del trimestre aprile-giugno è frutto di una contrazione dell’1,9% delle vendite nei mercati maturi, e di una contestuale crescita del 2,5% dell’export diretto verso i nuovi mercati. Nello specifico, soltanto Austria (+3,4%), Paesi Bassi (+5,6%) e Belgio (+9,5%) hanno contribuito, tra i mercati maturi, a sostenere le esportazioni lombarde. Da segnalare la frenata del mercato statunitense (-7,3%). L’export nei nuovi mercati ha invece beneficiato del traino di Cina (+18,7%) e Turchia (+22,3%).

Sono 12 le realtà distrettuali di matrice tradizionale, fra le 23 analizzate, ad aver messo a punto una crescita dell’export nel secondo trimestre 2016. Ai primi posti della classifica, si annoverano Legno di Casalasco-Viadanese, Lavorazione dei metalli Valle dell’Arno e Calzature di Vigevano. Il secondo trimestre 2016 si è chiuso con una situazione di stabilità anche per le esportazioni dei poli tecnologi lombardi, che registrano un -0,1%, a valori correnti, sul corrispondente periodo 2015 (-2,6% nel complesso dei primi sei mesi). Soltanto il polo farmaceutico lombardo si distingue per esportazioni in crescita tra aprile e giugno 2016 (+4,8%, oltre che per una crescita cumulata pari al 7,7%). Comunque i dati di export dei poli tecnologici sono soggetti a maggiore volatilità rispetto a quelli dei distretti tradizionali, per via della elevata stagionalità delle commesse, soprattutto nel settore aeronautico, forte a Varese.

I dati di cassa integrazione guadagni relativi ai primi otto mesi del 2016 mettono in luce una nuova contrazione delle ore autorizzate nei distretti tradizionali e nei poli tecnologici della Lombardia (nell’ordine, rispettivamente, del 23,8% e del 25,9%).

La tendenza accomuna tutte e tre le tipologie di cassa (ordinaria, straordinaria e in deroga) ma va letta, in realtà, con cautela. La lettura dei dati Cig in dinamica è infatti divenuta più complicata con l’entrata in vigore del decreto attuativo del Jobs Act (24 settembre 2015). In particolare, pesa l’introduzione di un limite massimo per lo sfruttamento complessivo delle ore di cassa ordinaria e straordinaria considerate in forma congiunta, fissato in 24 mesi in un quinquennio mobile. Si segnalano, ad ogni modo, degli incrementi anomali di ore autorizzate Cigs in corrispondenza dei distretti Abbigliamento-tessile gallaratese.