L’aeroporto di Malpensa non sta attraversando un periodo tranquillo, e non certo per il numero di voli che, quotidianamente, fanno transitare migliaia di passeggeri. Nel mese di agosto a tenere banco è stata la questione dell’ingresso della cooperativa Alpina utilizzata da Ryanair per le operazione di handling sul piazzale, una situazione che ancora oggi, rimane in sospesa in attesa di una decisione definitiva. Ora, tramite un comunicato stampa ufficiale è l’Unione Sindacale di Base (USB) al grido di “Tempo di riprendersi il settore!” è decisa a scendere in campo per difendere i diritti dei lavorati che, negli ultimi anni, sono passati sempre più in secondo piano. «Nonostante le ripetute denunce che da anni USB ha inoltrato ai vari governi che si sono succeduti – si legge nella nota – la situazione del Trasporto Aereo italiano si aggrava sempre di più». E, proprio per questo motivo, la sigla sindacale ha proclamato per lunedì 2 ottobre uno sciopero nazionale di 24 ore che coinvolgerà tutto il trasporto aereo italiano. Alla base della mobilitazione vi sono tre punti che per il sindacato ed i suoi rappresentanti sono imprescindibili e che permettono la tutela dei lavoratori. Una lista breve che vede al primo punto «la nazionalizzazione delle Aziende strategiche, senza più svenderle all’operatore estero di turno». L’altro elemento che per USB è fondamentale riguarda «l’emanazione una riforma di sistema che imponga regole uguali per tutti gli operatori, a salvaguardia della sicurezza delle operazioni e del rispetto delle leggi italiane, tagliando l’odioso sistema del dumping e degli appalti e subappalti». L’ultimo, ma non meno importante, aspetto sollevato nel comunicato riguarda l’attuale situazione in cui versa il settore del trasporto aereo che, i rappresentanti sindacali definiscono «fuori controllo». Da un lato vi sono le Gestioni aeroportuali si arricchiscono e le compagnie low cost che usufruiscono di finanziamenti aeroportuali «mentre – evidenzia il sindacato – le società di handling e i vettori nazionali si trovano costantemente senza ossigeno». In tutta questa situazione, secondo i sindacati il sindacato USB, a farne le spese sono gli addetti diretti, gli impiegati negli esercizi commerciali presenti all’interno degli aeroporti che sono «vittime ormai quotidiane di bandi di gara senza la minima tutela sociale». Una situazione «disastrosa» che stride con le possibilità di sviluppo in un settore in cui «ci sarebbe posto per tutti». n