«Siano benvenute tutte le compagnie»

La Prealpina - 26/10/2016

Questa nuova Malpensa, che oggi diventa maggiorenne, piace anche alla Uilt. Quattro anni fa, era il giugno del 2012, il sindacato organizzò allo Sheraton del T1 un convegno dal titolo emblematico, “C’era una volta Malpensa?”, chiamando a raccolta tutti coloro che potessero dare una scossa a un aeroporto a cui molti analisti avevano già celebrato il funerale. Quattro anni dopo Malpensa cresce con una media che si aggira al 3 per cento annuo, ma soprattutto viaggia in controtendenza rispetto a Linate (-4,8%) trascinata verso il basso da Alitalia, proprio la responsabile del dehubbing che fece precipitare Malpensa in una profonda crisi da cui sembra finalmente uscita. Come ha fatto? A parlare sono i numeri e dicono che lo scalo della brughiera, nato come hub, ha trovato un nuovo modello di sviluppo basato sulla giusta commistione tra le più prestigiose compagnie di lungo raggio (in particolare quelle del Medio ed Estremo Oriente) e le quattro più importanti low cost nel panorama europeo, tra cui Ryanair. Quattro anni dopo il “C’era una volta Malpensa?” – e a distanza di diciotto dall’apertura del Terminal 1 del 25 ottobre 1998 – cosa ne pensa la Uilt? «E’chiaro che il Terminal 1 non è nato per ospitare le low cost, ma ben vengano tutti i vettori», dice l’attuale segretario territoriale Giuseppe Greco. «Qualche tempo fa, quando vedevo il piazzale semideserto, mi veniva quasi da piangere. Perché, un aeroporto funziona quando ci sono i passeggeri e le compagnie ad alimentare tutto il lavoro nell’indotto. L’importante però è il rispetto delle regole». Una sottolineatura non certo buttata lì a caso da Greco, perché lo sbarco di Ryanair un anno fa generò una dura battaglia per evitare l’ingresso delle cooperative nel settore dell’handling, ovvero il modo più semplice per abbassare il costo del lavoro in piazzale. «Sia chiaro, noi non siamo contrari alle cooperative, ma al modo e al metodo con cui alcune realtà utilizzano i lavoratori», spiega il segretario territoriale della Uilt. «Noi vogliamo soltanto il rispetto delle regole e per questo chiediamo al gestore aeroportuale una limitazione delle società di handling presenti in piazzale». Un provvedimento che non serve per favorire qualcuno, «bensì per evitare che qui diventi uno scannatoio».

Il discorso è esattamente identico per quanto riguarda il cargo, altro settore trainante di Malpensa e altro settore in cui la esplosione delle (spesso risultate finte) cooperative ha generato danni sociali. «Spetta anche a noi vigilare, ed è quello che facciamo», dicono dalla Uilt. E se il futuro di Malpensa, così come sembra, sarà sempre più merci e low cost, servirà ancora più controllo. Il mondo sindacale è pronto a raccogliere la sfida.