Per adesso le notizie filtrano col contagocce. Solo nei prossimi giorni ci sarà una riunione operativa in Comune per capirci di più e, soprattutto, per avere ben chiari i problemi che la nuova situazione potrebbe comportare.
Ma ormai è notizia certa che la prossima estate Busto Arsizio potrebbe fare i conti con una seconda maxi-festa oltre a quella ormai tradizionale del polo fieristico, anch’essa lunghissima, di quelle cioè che offrono occasioni di divertimento sul territorio ma che vanno gestite per evitare che creino eccessivi disagi al contesto nel quale vengono inserite.
Una cosa che ormai si può dare per certa è che MalpensaFiere riproporrà un’altra volta il LatinFiExpo, festival latinoamericano che si sviluppa su settanta e più giorni e che riprenderà possesso dei padiglioni di Sant’Anna. Un evento collaudato, che nelle scorse estati ha dovuto fare i conti solo con le proteste del non numeroso ma comunque stremato vicinato, costretto a convivere con musica ad alto volume e schiamazzi fino a notte fonda. Effetti collaterali quasi inevitabili per un evento di questa portata, il quale trascina migliaia di persone in città praticamente ogni sera, grazie ad artisti di alto livello e intrattenimenti (anche culinari) molto apprezzati dal pubblico.
Ebbene una seconda proposta per certi versi simile è stata avanzata per l’area del PalaYamamay, quindi al lato opposto della città, anche in questo caso in una zona non popolatissima ma che, oltre a qualche casa affacciata sul fronte di Sant’Edoardo, gravita a meno di duecento metri dall’ospedale Humanitas di Castellanza. E questo è senz’altro un problema enorme se davvero, come in Comune già si teme, l’idea degli organizzatori sarà quella di fare le ore piccole a suon di musica. In realtà quella di viale Gabardi dovrebbe essere una soluzione per molti elementi differente dall’altra, con in prima fila la stessa Unet Yamamay (la società di pallavolo che ha in mano la gestione pluriennale dell’impianto), pronta ad animare gli spazi esterni al palasport con dei campi da beach volley che darebbero un senso sportivo a una sorta di camp estivo in città.
Ma, appunto, se il club si sta occupando di questo aspetto, poi c’è una società specializzata in eventi che presenterà al municipio le proprie idee per vivacizzare anche le serate, al di là della pallavolo, per generare un ritorno economico indispensabile per una struttura che vorrebbe investire parecchio, attrezzare un vero e proprio villaggio e prolungare la permanenza della proposta praticamente da fine giugno a fine agosto. Un po’ come capita a MalpensaFiere, dove s’è dimostrato che Busto ha una collocazione logistica per fare da polo d’attrazione di un vasto bacino di utenti e che le iniziative, se hanno dentro un po’ di qualità, alla fine generano i dovuti riscontri. Ma generano anche dei disagi a chi abita (o è degente) nei paraggi. Un aspetto che già in questi giorni sta suscitando più di un timore.