Ha dovuto ascoltare più di un quarto d’ora di sentenza, prima che arrivassero a trattare la sua posizione. Tanta attesa è valsa però la pena: i giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano, che hanno condannato a sei anni di carcere l’ex governatore Roberto Formigoni, hanno infatti assolto l’ex potente direttore generale della sanità lombarda Carlo Lucchina. L’ex direttore generale dell’ospedale di Circolo di Varese è stato assolto «per non aver commesso il fatto» sia dall’accusa di aver fatto parte della presunta associazione per delinquere finalizzata alla corruzione sia da quella di concorso in corruzione nell’ambito del processo per lo scandalo Fondazione Maugeri-ospedale San Raffaele. Quando il 67enne manager varesino si è reso conto che il suo nome non figurava tra quello dei condannati, si è lasciato andare a un pianto liberatorio. Tanta la commozione e altrettanti gli abbracci, da parte di amici e collaboratori del suo legale di fiducia, l’avvocato Fabrizio Gobbi. Letteralmente “assalito” da telecamere e fotoreporter, Lucchina si è limitato a dire: «Contano i fatti. E i fatti sono questi, dopo tre anni e mezzo trascorsi tra indagini e processo». Per Lucchina, che dall’inizio del processo non ha mai saltato un’udienza (al contrario dell’ex governatore, che in più occasioni ha invece disertato l’aula), è stata indubbiamente la fine di un incubo, anche perché – non va dimenticato -, i pm milanesi Laura Pedio e Antonio Pastore avevano chiesto a suo carico una condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione, stigmatizzandone «l’adesione agli ordini criminali di Formigoni per favorire Fondazione Maugeri e il San Raffaele». Come? Attraverso delibere su misura che avrebbero previsto il rimborso per le cosiddette funzioni regionali non tariffabili. Secondo l’accusa, l’ex dg della sanità lombarda, considerato fedelissimo di Formigoni, sarebbe stato «pienamente consapevole dell’illegittimità degli atti deliberati a favore di due enti sull’orlo del crac». Di più, avrebbe fornito «un contributo essenziale alla corruzione, partecipando alle decisioni, condividendole e concorrendo a formare gli atti contrari ai doveri di ufficio». Contestazioni «paradossali» e «prive di fondamento» per l’avvocato Fabrizio Gobbi che, in sede di arringa, ha più volte respinto al mittente le accuse: «Lucchina ha sempre agito nell’interesse supremo della buona gestione della sanità regionale, guardandosi bene di favorire ospedali in difficoltà come Maugeri o San Raffaele con delibere su misura in materia di funzioni non tariffabili».