Le dimissioni della dottoressa Laura Marazzi, giunte inaspettatamente la sera del primo marzo alla vigilia dell’apertura della stagione museale, hanno sorpreso e addolorato. Innanzitutto perché evidenziano disagio e sofferenza da parte di una persona appassionata e competente che tante energie ha dedicato al museo Baroffio, così che ancora molti collegano il museo alla sua persona. Inoltre, perché alla fine dello scorso gennaio, la conservatrice aveva trasmesso una lunga relazione riassuntiva per l’anno 2016 e di programma per l’anno iniziato. Dopo la comunicazione scritta ci sono stati incontri personali con l’arciprete, da cui dipende il museo, e con il presidente della fondazione Paolo VI, di cui la conservatrice era dipendente. Gli incontri si sono svolti in un clima di cortesia e rispetto, evidenziando le motivazioni della scelta riferite al cambiamento di impostazione e di organizzazione non più condivisa. Motivazioni molto diverse da altre dichiarazioni virgolettate non corrispondenti al vero.
Certamente in questo ultimo periodo sono cambiate molte cose al Sacro Monte. Si è aperto lo spazio espositivo “Monsignor Pasquale Macchi” voluto, dalla fondazione Paolo VI una decina di anni fa; e si sono conclusi i lavori di sistemazione della Cripta ormai visitabile. La parrocchia e la fondazione auspicavano che la direzione scientifica dei due centri potesse essere curata dalla conservatrice. I suoi impegni per il museo e la sua importante collaborazione con la Pinacoteca di Brera, che ha innegabilmente dato lustro anche al nostro museo, hanno impedito alla dottoressa Marazzi di assumerne la congiunta direzione. Essendo già presente e operante al museo Pogliaghi della Biblioteca Ambrosiana la società Archeologistics ci si è rivolti alla stessa per un coordinamento tecnico unitario, fermo restando la piena e immutata fiducia alla conservatrice per il museo Baroffio.
“Distinti e collaboranti”: è lo slogan che spiega la novità organizzativa al Sacro Monte. Così come potranno essere sempre più “distinti e collaboranti” tra loro i valori costitutivi del Sacro Monte: la fede e la devozione, l’arte e la cultura, la natura e il trekking. Così come nel passato si sono cercate alleanze, soprattutto di carattere economico a sostegno di imprese particolari, oggi, in tutti i campi, occorrono alleanze e sinergie. L’esempio più interessante è stato quello della rassegna “Tra Sacro e Sacro Monte” in cui la creatività dell’artista ha incrociato la disponibilità della parrocchia, l’alleanza di sostenitori autorevoli e motivati e uno strumento operativo più agile.
Comprendiamo che anni di lavoro intenso e dedicato a una realtà divenuta cara possa non essere in sintonia con nuovi scenari. Nessuno ha ricette in tasca, neppure oggi nessuno ha soldi sufficienti per imprese solitarie, soprattutto se negli anni i ricavi sono mediamente attestati a un decimo dei costi. Stiamo cercando di custodire nel miglior modo possibile i beni ricevuti cercando di cogliere dalle occasioni provvidenziali che accadono motivi di crescita umana e cristiana. Nell’anno 2016 la scelta del santuario di Santa Maria del Monte come chiesa giubilare ha favorito il pellegrinaggio di 543 gruppi con più di 40mila pellegrini, rispetto ai 250 gruppi degli anni precedenti. Anche il museo Baroffio ha aumentato i visitatori dai 3800 circa degli anni precedenti ai 5545 dell’anno giubilare.
L’anno che è iniziato vedrà i numeri tornare nella media? Qualcuno sarà rimasto fidelizzato? Qualcun altro porterà amici e conoscenti a visitare i tre o quattro siti tra loro collegati? Considerando anche il fatto che il biglietto di ingresso vale per sei mesi? Lo speriamo e così abbiamo cercato di organizzare l’offerta ai visitatori pellegrini, curiosi, artisti, studenti, camminatori. Ogni realtà rimanda alle altre e insieme ci sentiamo parte di una realtà più grande. Il sogno è che si allarghi ancora di più la collaborazione.