Rivincita Malpensa – Con Lufthansa tornerà a pieno regime al T1 Ita Airways

La Prealpina - 11/04/2023

Lufthansa si prepara ad atterrare a Malpensa. Per adesso, come annunciato dalla compagnia di bandiera
tedesca, soltanto alla Cargo City. La divisione che si occupa del trasporto merci di Lh ha, infatti, deciso di ampliare i suoi collegamenti e di potenziare la sua presenza sul territorio europeo, e l’aero – porto intercontinentale della brughiera è stato scelto per accogliere gli aerei del gruppo tedesco.
Una mossa strategica e conveniente visto che questo scalo merci è il primo per traffico in Italia, ma è anche un modo per saggiare il Terminal 1 prima di acquistare Ita Airways. L’idea sarebbe quella di portare qui anche l’ex Alitalia, ora di proprietà del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Almeno così si ipotizza.
La compagnia aerea nata a Berlino nel 1926 e il Governo italiano sono, infatti, in trattativa. Il percorso prevede che Lufthansa acquisisca il 40 per cento di Ita prima e il resto fino al 100 per cento poi. Ma
secondo il dpcm italiano, firmato a dicembre dell’anno scorso, le regole per la vendita della compagnia sorta dalle ceneri di Az stabiliscono che il potenziale acquirente avrà dei paletti sulla gestione di Ita Airway, che ora ha come hub principale Fiumicino: chi comprerà il vettore italiano dovrà assicurare una crescita anche negli altri aeroporti strategici italiani, come Malpensa. Insomma, per il Mef e per il Governo va bene vendere al colosso aereo tedesco, ma se questi garantirà uno sviluppo del traffico passeggeri anche al Terminal 1 e agli altri scali nazionali, e non solamente dall’hub romano, facendoli diventare importanti punti di atterraggio e di decollo.
Secondo per volumi di traffico passeggeri in Italia, da Malpensa Ita Airways opera soltanto voli per New York, mentre per tutto il resto delle destinazioni che ha in listino punta sulla Capitale, soprattutto per il lungo raggio, e su Linate, per le rotte italiane, europee e del bacino del Mediterraneo. Le trattative, che durano da mesi tra intoppi e rallentamenti, dovrebbero concludersi a breve. La valorizzazione di Malpensa è un punto cardine così come garantire i livelli occupazionali e il pieno sviluppo economico e strategico di Ita, sono vincoli fondamentali per il ministero dell’Economia e delle Finanze.
Fondata nel 2020, la nuova compagnia di bandiera italiana ha iniziato le sue attività nell’ottobre del 2021 dopo che l’ultimo volo operato sotto la livrea di Alitalia è atterrato a Roma partendo da Cagliari il 14 ottobre del 2021. Averla a Malpensa, anche se sotto la proprietà del vettore tedesco, che investe sulle tratte intercontinentali, servirebbe a far uscire definitivamente lo scalo lombardo dalle conseguenze causate dalla crisi pandemica e proiettarsi ancora di più verso la ripresa dei volumi di traffico che già adesso hanno quasi raggiunto i numeri pre Covid. In attesa che Lufthansa e il Governo concludano l’affare, Malpensa aspetta il tricolore di Ita Airways.


La prospettiva

Sebbene non sia andato a buon fine il primo tentativo, nulla impedisce che possa centrare l’obiettivo il secondo. Certo, a distanza di quattordici anni, con il mondo cambiato almeno un paio di volte, a mercato del trasporto aereo in ripresa dopo la più grande crisi globale dovuta a una pandemia. Sta di fatto, comunque, che se i tedeschi nel 2009 non riuscirono a dare corpo al loro progetto di rilanciare Malpensa come una punta d’eccellenza di quello che all’epoca era il loro sistema stellare di hub (non uno solo, come consueto, per la compagnia e le sue controllate minori, bensì diversi sparsi in vari punti strategici e collegati in rete tra loro), nel 2023 potrebbero riuscirci attraverso l’acquisizione del vero killer della Malpensa-hub: l’ex Alitalia — e il sistema romanocentrico che l’ha accompagnata nell’ultimo quarto di secolo fino a farla svaporare un fallimento dopo l’altro — divenuta Ita Airways e in procinto di essere acquistata da Lufthansa.
Già, Lh. Una garanzia. L’esempio di come una compagnia di bandiera, finita anch’essa in disgrazia, possa risalire la china diventando un colosso e, tutto sommato, tra alti e bassi continuare a rimanerlo nel tempoi. Nel 2009, appena usciti dall’annus horribilis di Malpensa a causa del dehubbing voluto da Alitalia, cioè la compagnia che aveva chiesto la costruzione dello stesso grande aeroporto della brughiera, il gruppo tedesco addirittura aveva puntato sulla creazione di un vettore con coa (il certificato necessario per operare) italiano. Si chiamava Lufthansa Italia, era nata il 27 maggio in uno studio notarile di Milano,
aveva l’obiettivo di riportare il Terminal 1 al centro della scena aeroportuale europea, aveva cominciato ad assumere e aprire rotte, aveva iniziato a creare una flotta, ma è sbattuta contro il muro della burocrazia tricolore e dei propri tentennamenti cresciuti con il crescere degli ostacoli incontrati. Primi fra tutti quelli posti da Az.  E dopo un po’, terminato anche l’enorme dose di entusiasmo di partenza, l’esperienza è finita No problem. Perché, come dimostra ancora una volta in questa ripresa postpandemica, Malpensa è per natura e posizione sempre connessa al mercato del trasporto aereo e in grado di rialzarsi da ogni caduta.
È un dato di fatto, però, che adesso Lufthansa può tornare a essere il fattore non più di una ricostruzione, ma del completamento di un rilancio già ben avviato. Ironia della sorte, il suo mezzo sarà Ita.

Il primo passo è a Cargo City
Avrà una cadenza settimanale il volo merci di Lufthansa che atterrerà alla Cargo City: per incrementare il suo network in Europa, la divisione dedicata al trasporto merci della compagnia di bandiera tedesca ha scelto lo scalo lombardo per le sue attività che verranno operate partendo dall’hub principale di Francoforte. Nell’espansione della rete ci sono anche Atene e Larnaca, città sull’isola di Cipro.
A partire da aprile, gli Airbus A321F di Lh faranno scalo alla Cargo City collegando ancora di più l’economia lombarda e italiana con l’Europa centrale e il resto del mondo. Lo scalo merci di Malpensa è il primo per volumi di traffico in Italia con 750.000 tonnellate movimentate l’anno scorso e il quinto in Europa. In attesa che il Masterplan 2035, progetto che prevede un ampliamento della struttura adibita di circa 44 ettari al di fuori dell’attuale sedime aeroportuale, venga approvato dal Governo, si investe sulla digitalizzazione per diventare sempre più efficiente.
«Malpensa è il cargo italiano», ha affermato Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, la società che gestisce Malpensa e Linate, alla recente presentazione del progetto Smart City delle merci, un sistema di servizi digitali e informatici che velocizzeranno i processi legati alla filiera.
«Negli ultimi anni c’è stato un balzo in avanti e a oggi lo scalo merci movimenta i due terzi dei prodotti da e per il nostro Paese. C’è ancora molto da fare per renderlo sempre più competitivo e la responsabilità di Sea è quella di lavorare per migliorare le infrastrutture e attrarre così sempre nuovi vettori».