Varese rischia la desertificazione industriale». È il commento preoccupato del presidente provinciale e regionale di Confapi Franco Colombo, alla lettura dei dati sull’occupazione in provincia di Varese, diffusi dal Centro Studi ImpresaLavoro. «Purtroppo viviamo la dicotomia tra quello che ci viene raccontato e l’economia reale – ammette Colombo – Le nuove norme sull’occupazione ad esempio hanno generato più trasformazioni di rapporti di lavoro che nuove assunzioni, mentre che era fuori dal mercato del lavoro è rimasto fuori». «Nella nostra provincia poi pesano i trasferimenti aziendali, delocalizzazioni come quella della Whirlpool, che impoveriscono il territorio, rendendolo sempre più di frontiera, sempre più periferia. Occorre inventarsi qualcosa per il rilancio». Colombo è preoccupato soprattutto per un fatto: «La situazione economica morde ancora, le aziende fanno fatica, e in provincia di Varese non ci sono stati nuovi insediamenti numericamente interessanti per sostituire le perdite che abbiamo avuto negli anni della crisi». «Forse, in questo quadro, il depotenziamento di enti come le Province e le Camere di Commercio difficilmente potrà rendere più appetibile il nostro territorio, con il rischio dietro l’angolo di diventare tutti periferia di una Milano che, con la Città Metropolitana, ha strumenti di attrazione che le altre aree non hanno più». Soluzioni? Per Franco Colombo le possibili «ricette» sono tre, strutturali: «Moratoria sui rating delle aziende per far ripartire il credito. Più collaborazione con il mondo delle imprese, con uno stop alla caccia alle streghe di burocrazia e fisco. Un livello di tassazione meno mortificante, perché si parla tanto di startup, ma quante durano oltre il terzo anno?»