Dopo le acque, le sponde: dopo la conquista della balneabilità, il lavoro per il risanamento del lago di Varese non è finito. E così si è deciso di estendere per altri tre anni, fino al 2026, l’Accordo quadro di sviluppo territoriale (Aqst) che, con il coordinamento della Regione, riunisce gli enti del territorio.
Una decisione presa ieri all’unanimità alle Ville Ponti alla prima riunione del collegio di vigilanza dell’Aqst “Salvaguardia e risanamento del lago di Varese” della dodicesima legislatura, presieduta dall’assessore all’Ambiente e clima lombardo Giorgio Maione.
La Regione è il coordinatore dell’Aqst e suo principale finanziatore: nel quinquennio 2019-2023
l’impegno ammonta a circa 13 milioni di euro, di cui 10 in capo a Palazzo Lombardia.
«La maggior parte delle risorse – sottolinea l’assessore Maione – sono state dedicate al miglioramento della rete fognaria e al prelievo ipolimnico per accelerare i tempi di recupero» (nell’operazione le pompe sollevano le acque più profonde e fredde e le riversano nel fiume Bardello).
È stato dato l’ok a ulteriori attività nel settore fognario e al progetto per riequilibrare la fauna ittica e rivitalizzare la filiera del pescato, «oltre a iniziative per il rilancio socio-economico». A settembre verrà organizzata la consueta giornata per illustrare ai cittadini le attività svolte.
«Questo è un modello da replicare», commenta il presidente Attilio Fontana.
Maione ha ricordato il ruolo del precessore, il varesino Raffaele Cattaneo. La qualità delle acque
è migliorata e non ci sono più stati episodi di fioritura di alghe. Quindi «da quest’anno i Comuni possono decidere di aprire la balneazione in tutte le località monitorate da Ats», assicura l’assessore.
La qualità microbiologica si è sempre mantenuta ben sotto i limiti di legge e tutti i cinque punti di monitoraggio a Gavirate, Biandronno, Cazzago Brabbia, Bodio Lomnago e Varese Schiranna
sono risultati idonei alla balneazione. Per la stagione balneare in corso proseguirà l’applicazione del sistema di early warning per identificare in anticipo eventuali criticità e Ats opererà un monitoraggio intensivo per garantire la salubrità.
L’incontro è stata l’occasione per fare il punto sull’avanzamento dei lavori. Gli interventi idraulici nei paesi rivieraschi saranno tutti conclusi entro la fine dell’anno. Ed è proseguito il monitoraggio delle acque sia attraverso la boa limnologica, sia con il telerilevamento da satellite.
Le attività si sono svolte come da programma: l’anno scorso, a causa del caldo record e
della siccità, il lago è “circolato” più tardi e questo ha fatto sì che sul fondo si accumulasse più fosforo. A causa dei bassi livelli, l’impianto ha funzionato solo per 160 giorni contro i 288 ipotizzati, rimanendo spento dall’11 luglio al 24 ottobre. Per ovviare ai cattivi odori, è stato acceso durante la notte. Il funzionamento parziale ha permesso di asportare solo 2,6 tonnellate di fosforo delle 4 date
come obiettivo. Nei prossimi mesi si potenzierà l’ossigenazione e sarà indetta la gara
per l’impianto fotovoltaico e per l’inserimento di due nuovi scarichi delle acque ipolimniche.