Domani l’aeroporto compie
70 anni. Fu l’intuizione di un gruppo di industriali
e politici bustesi a crearlo: ecco perché
il Comune si è fatto avanti per restaurare il cippo
commemorativo al Terminal 2 e celebrare la ricorrenza
in occasione dell’anniversario dal primo
volo atterrato a Malpensa, il 21 novembre.
Era il 22 maggio 1948: un gruppo di pionieri
fondava la Società per Azioni Aeroporto Città di
Busto Arsizio. Presidente il commendator Giovanni
Rossini, allora sindaco. Consigliere delegato
l’ingegner Pietro Tosi, dell’omonima famiglia
di industriali manifatturieri che aveva acquisito
l’antica Cascina Malpensa. Tra i consiglieri
persino il ministro della Difesa dell’epoca,
il bustocco d’adozione Cipriano Facchinetti, insieme
ad altri personaggi di spicco come Benigno
Airoldi, Carlo Comerio, l’onorevole Enrico
Tosi (quello della Ragioneria di viale Stelvio),
l’avvocato e poi senatore Giovanni Maria Cornaggia
Medici, recordman di arrivi alla Mille
Miglia. E ancora Ettore Rossi, Pier Francesco
Binaghi, Rinaldo Martegani, Guido Sironi, Ersilio
Confalonieri, il conte Leonardo Bonzi. Poco
fuori dal Terminal 2, sede originaria dell’ae –
rostazione, un cippo marmoreo ricorda quel momento.
Oggi è sbiadito e dimenticato.
La Malpensa che torna a correre, a vent’anni
dall’inaugurazione del Terminal 1 e a dieci dallo
scellerato dehubbing di Alitalia, deve però molto
a quell’intuizione. Il primo gennaio del 1948
era entrata in vigore la Costituzione e poco più di
un mese prima da quel 22 maggio si erano verificati
due episodi che avrebbero segnato il corso
della storia d’Italia: il 2 aprile l’approvazione
del Piano Marshall da parte del Congresso americano
(farà confluire nell’Europa occidentale
oltre cinque miliardi di dollari, decisivi per la rinascita
economica) e il 18 aprile, si erano tenute
le elezioni politiche che sancirono la vittoria
della scelta “atlantica” della Dc di De Gasperi,
che il 24 maggio formò il governo, contro il
blocco filosovietico dell’Est. Era dunque un
momento di fiducia, che spinse i pionieri bustesi
a rompere gli indugi. Perché già da qualche mese,
come ricorda Pietro Macchione in un suo libro
di qualche anno fa, si discuteva sulla riattivazione
del campo di volo della Malpensa, dopo
le distruzioni della guerra: «Busto Arsizio era
stata tra le prime ad intuire l’importanza di attrezzare
la vicina Malpensa. Le idee erano abbastanza
chiare, ma i subitanei disaccordi sulla
struttura della società portarono a un nulla di fatto».
I bustesi fecero da soli, costituendo la società
con un capitale di un milione di lire, e iniziando
a riqualificare uffici e impianti. Pochi mesi
dopo, il 21 novembre ‘48, ecco il primo aeroplano
che atterra sulla pista ricostruita, un quadrimotore
Breda Zappata “benedetto” dal cardinal
Schuster. L’aeroporto è ormai realtà: il 21 aprile
1949 l’apertura ufficiale e il 2 febbraio 1950 il
primo collegamento TWA con New York. Pochi
anni e Milano, intuite le potenzialità del
“giocattolino”, entra nella società fino a diventarne
primo azionista nel 1955: nasce la Sea.