Qualità e prezzo. Sono i due ingredienti di una ricetta chiamata Rodolfo Comerio. Il primo serve ad imporsi sui mercati esteri. Il secondo, a tenersi un passo avanti rispetto ai concorrenti, che non concedono tregua. La calandra più grande del mondo, che oggi troneggia nello stabilimento di Solbiate Olona, ma che a breve sarà trasferita in Cina, è il fiore all’occhiello di un gioiello industriale che dal 1878 non ha mai smesso di correre, aggiornarsi, innovare, generare lavoro e ricchezza. Ai vertici, due fratelli, il presidente Enrico e l’amministratore delegato Carlo. Al loro fianco, 80 dipendenti e una rete di fornitori a km zero, perché legati nostro territorio: per un indotto di oltre mille lavoratori. Questa è la nostra economia, questo è il nostro motivo di vanto. Questo è il pedale su cui affondare il piede delle riforme, della sburocratizzazione. Perché se l’Italia fa ancora la differenza è per la capacità di unire intuito e storia, genuina propensione all’impresa e predisposizione alla conquista di economie lontane, diverse, che possono copiare tutto, tranne la creatività, l’ingegno, la raffinatezza, il gusto. Sì, perché anche una calandra, gigantesco ingranaggio di metallo e rulli e software di ultima generazione, può esprimere fascino ed eleganza. Festa e cerimonie durano lo spazio di una mattina. Perché il lavoro è tanto e i progetti devono assecondarne il ritmo incessante. Ecco allora le due planimetrie del momento: da una parte, il capannone logistico che a breve amplierà gli spazi dell’azienda. Dall’altra, i lavori previsti nel blocco uffici. Infine, la formazione. Che significa lavoro, ricambio generazionale. E qui ci sono esigenze che cercano ancora risposte: la Rodolfo Comerio è pronta a reclutare, nel tempo, altri 40 lavoratori. Ma in un settore così difficile e specifico servono preparazione, qualificazione, aggiornamento continuo. Ecco dunque siglato un accordo col Politecnico di Milano. Cui sarebbe bello aggiungere nuove intese rivolte ai giovani, tra università e istituti tecnici. «Nella nuova ala che costruiremo all’interno del padiglione uffici – conferma il responsabile commerciale Nicola Fedele – abbiamo previsto delle aule di formazione. L’ideale è che i ragazzi possano avvicinarsi alla nostra realtà avendo a portata di mano la componente teorico-didattica e quella pratica, cioè il capannone industriale nel quale osservare, capire, toccare con mano la quotidianità di un’impresa come la nostra». Pochi minuti dopo, una foto di famiglia (vertici, dipendenti e fornitori, immortalati di fronte all’imponente macchinario) e un liberatorio quanto scrosciante applauso segnano il rompete le righe. È tempo di tornare al lavoro. Col calore di un abbraccio fraterno e la forza impetuosa di ogni grande sfida