Primarie da recordAntonelli in trionfo

La Prealpina - 04/04/2016

he potesse vincere le primarie si sapeva. Che ci riuscisse in maniera numericamente così impressionante non lo aveva immaginato neppure lui. È Emanuele Antonelli il candidato sindaco del centrodestra che ieri – attraverso una consultazione da record (e anche questa è stata una grossa sorpresa) – ha stracciato la concorrenza.

Antonelli ha quasi doppiato la principale rivale Paola Reguzzoni, alla quale non è bastato il supporto della sua Lega Nord e neppure lo sbarco in centro del leader supremoMatteo Salvini alla vigilia di queste elezioni, per vincere. Primarie che molti indicavano come “assolute”, tanto che ieri nella coalizione girava il refrain secondo cui il cinquantaseienne commercialista bustocco abbia vinto la sfida più difficile e che controGianluca Castiglioni (il medico indicato dal centrosinistra) non ci sarà storia.

Di certo Antonelli ha trionfato con una campagna d’appoggio costruita sulla mobilitazione di tanti amici, di alcuni gruppi numerosi (trascinati dalla gran parte di Forza Italia, soprattutto dal Club Forza Silvio, dalla lista Busto Grande e da quella Risvegliamo Busto) ma anche dal lavoro oscuro – che lui non ammetterà mai – del sindaco Gigi Farioli.

Alla fine ha superato il 52 per cento dei consensi totali, lasciando a debita distanza Reguzzoni e, ancor di più, quell’Eugenio Vignati che – partito dalle retrovie con il ruolo di outsider – ha comunque saputo ovviare alla mancanza di partiti di massa alle spalle con un forcing porta a porta che gli ha permesso di non sfigurare.

Certo sono state anche le primarie delle polemiche che, per dirla tutta, potrebbero non essere ancora finite. Nonostante l’esito del voto, infatti, non pochi stanno cercando di dirottare il Carroccio verso una spaccatura che – dopo le uniche primarie del centrodestra in Lombardia, inizialmente richieste proprio dai padani – non è poi così sventata. Certo ci vorrebbe un passo forte per concretizzarla, ma viste le premesse di questa coabitazione forzata, non sarebbe difficile trovare un pretesto per puntare i piedi. Per ora, comunque, nessuno ufficialmente se l’è sentita di tradire a caldo l’esito di un voto schiacciante, maturato in una kermesse che ha radunato quasi quattromila elettori, dopo aver monopolizzato le ultime due settimane di dibattito.

Oltretutto Reguzzoni, la grande sconfitta, prima di lasciare delusa la sala del Museo del Tessile che ne ha bruciato tutti i sogni di essere il primo sindaco donna della storia (venendo spalleggiata per tutto il giorno dal fratello Marco Reguzzoni) ha deciso di andare ad abbracciare calorosamente il rivale, per complimentarsi con lui, per effettuare un gesto comunque apprezzato da tutti, al termine di tre mesi stremanti in cui i due si sono detti di tutto davanti e alle spalle, mentre alle riunioni volavano sedie.

Anche se Antonelli sa che la partita è ancora lunga e nervosa, alla fine ha sciolto tutta la tensione abbracciando i sostenitori più fedeli, facendosi immortalare in un’indimenticabile foto di famiglia col papà e i due figli, quindi dettando poche ma sentite parole: «La cosa più bella – ha affermato – è aver visto tutta questa gente che ha voluto partecipare all’appuntamento per il bene di Busto. Questa è la cosa che mi ha più emozionato, significa che come centrodestra abbiamo lavorato alla grande». E ancora: «Questo successo clamoroso mi fa sognare. Non so che altro dire: è una sensazione fantastica». Frasi, quelle del candidato ora ufficiale, pronunciate già mezz’ora prima della proclamazione fragorosamente effettuata da Farioli, perché all’apertura della prima urna il distacco era talmente evidente da non lasciare dubbi su come sarebbe finita.

«Ma adesso – ha sentenziato il professionista già segretario del PdL – bisogna subito ripartire perché c’è la battaglia più importante da affrontare. Ho in mente tante cose da proporre, tante idee per rendere questa città ancora più efficiente e riconosciuta come punto di riferimento di un territorio ricchissimo, che aspetta dalla politica nuove risposte». Antonelli si presenterà dunque al voto di giugno forte di un consenso interno enorme. Libero appunto di sognare.