Più sicurezza nei cantieriPatto fra tutte le istituzioni

La Prealpina - 22/04/2016

Un patto per prevenire gli infortuni in edilizia e aiutare le imprese a rialzarsi senza appesantirle con ulteriore burocrazia. Ieri in Prefettura è stato siglato il protocollo d’intesa fra la stessa Prefettura, l’Ats Insubria (l’ex Asl), l’Ente unico per l’edilizia e la Direzione territoriale del lavoro. Il progetto prevede di scambiare le banche dati, promuovere la sicurezza nei cantieri e favorire controlli mirati che tutelino la legalità ma senza far perdere tempo prezioso agli imprenditori con accertamenti aggiuntivi o sovrapposizioni che sarebbero visti come azioni punitive. Si parla infatti di un mondo che ha pagato forse più di tutti il prezzo del tracollo economico con migliaia di posti di lavoro persi: la Cassa edile ha dimezzato il numero di lavoratori iscritti in provincia, da 9.500 a 4.600, con un calo netto delle opere del 30 per cento e una certa stabilizzazione solo negli ultimi mesi. Una falce che porta con sé problemi personali, familiari e sociali difficili da affrontare: e proprio in questo momento occorre dare un supporto.

«Questi temi da anni sono al centro dell’attenzione, in particolare in un ambito dove il rischio è maggiore – ha spiegato il prefetto Giorgio Zanzi -. Le statistiche dicono che il trend degli infortuni è in continuo calo, ma bisogna inseguire l’obiettivo zero migliorando la capacità di controllo. I tecnici degli enti coinvolti sono in servizio ogni giorno senza eccesso di rigorismo, ma con la volontà di dare il proprio contributo per legalità e sicurezza. Certo, dobbiamo evitare di penalizzare le imprese sottoponendole ad attività di verifica doppie che tolgono spazio al lavoro».

Il documento siglato ieri ha dunque questo duplice scopo: sancire la collaborazione fra tutte le figure coinvolte, uniformare le informazioni e agire in modo selettivo ed efficace senza disperdere le energie.

«Questa è la giusta chiave di lettura per favorire la sicurezza – commenta il direttore generale dell’Ats Paola Lattuada -. Di certo non facciamo i nostri bilanci con le sanzioni, ma con la prevenzione, mettendo a disposizione tutte le nostre forze e le banche dati». Si parte dunque da uno scambio di informazioni sempre aggiornato, per concentrare gli sforzi dove veramente serve. L’obiettivo condiviso è quello di contrastare il lavoro irregolare ma anche le infiltrazioni malavitose: «La legalità si traduce nella regolarità dei rapporti di lavoro, ma è indispensabile ottimizzare le risorse e non proporci con un ruolo solo repressivo», aggiungeFrancesca Mondelli, direttore della Direzione del lavoro. Alberto Rimoldi, presidente Ente unico per l’edilizia, e il direttore Pierangelo Reguzzoni, invitano anche i committenti a valutare le proprie responsabilità nell’affidarsi alle ditte.

«Difficile presidiare 5/6mila cantieri in un momento in cui le imprese sono polverizzate». La speranza più grande, però, è che riparta il lavoro: perché questa è l’unica base convincente per far digerire alle aziende tutte le incombenze della burocrazia vecchia e nuova.