Piscina in rosso: vendita possibile

La Prealpina - 14/11/2016

Vendere la piscina di Moriggia. O darla in gestione insieme con il personale. Ma pure tenerla nel perimetro aziendale di Amsc e anzi trasformarla in un moderno polo sportivo in grado di portare soldi anziché perderli. Perché, a oggi, per quanto sia diminuito rispetto allo scorso anno, il passivo del centro natatorio di via Croce segna un pesante – 466mila euro (era -624mila nell’esercizio precedente) e registra un decremento degli incassi che a fine 2016 si assesteranno sul milione 68mila euro contro il milione 211mila del 2015. Sicché, o si inverte la rotta trovando la soluzione o si cambia prospettiva. Normale. Sebbene l’ipotesi di alienare questo settore dell’azienda di via Aleardi giunga come un fulmine a ciel sereno. Perché è l’esatto contrario di quanto affermato dalla giunta Cassani finora e dal piano abbozzato dal presidente della multiservizi, Roberto Campari, proprio per dare la svolta positiva.

Tuttavia le due alternative, cessione o sviluppo, sono al punto sette dell’ultima delibera approvata dall’esecutivo di centrodestra con le richieste di documenti allo scopo di avere la base sulla quale costruire le nuove strategie di indirizzo di Amsc. Il sindaco Andrea Cassani e i suoi assessori lo hanno stabilito venerdì. Lo stesso primo cittadino e il vice Moreno Carù(Bilancio e Partecipate) incontreranno Campari martedì mattina. Nel frattempo chiedono a lui e al cda che presiede una serie di dati imposti dal decreto legislativo sul controllo analogo per scegliere le linee guida delle controllate cercando la maggior efficienza. Ma se le domande su contabilità e finanza non destano sorpresa, come del resto quella di un prospetto per la cessione del trasporto pubblico (è previsto dalla Regione), l’indicazione di fornire un’analisi della possibile vendita della piscina o dell’affidamento della gestione ha le sembianze di novità. Per il centrodestra. Perché il centrosinistra, quando era al governo cittadino nel quinquennio scorso, ha provato a lungo a cederla scontrandosi con la realtà. In altre parole: l’impianto sportivo deve essere messo a norma. Proprio a questo serve il bando da 600mila euro che era stato sospeso in primavera dalla passata governance e che è stato risospeso in autunno dall’attuale presidenza.

Sorge quindi la domanda. Perché contemplare la vendita quando i lavori vanno comunque eseguiti, sempre a carico di Amsc, e mai questa amministrazione l’ha lontanamente ventilata? È forse un cambio dei programmi? «Per il momento siamo concentrati sull’esercizio del controllo analogo», risponde Carù. «Di conseguenza chiediamo all’azienda di prospettarci i possibili scenari futuri. Al fine di valutare al meglio come muoverci, vogliamo avere sul tavolo tutte le possibilità. L’obiettivo, però, come indicato nel nostro programma elettorale, è sviluppare l’impianto sportivo di Moriggia, non certo riprendere il percorso che era stato avviato dal centrosinistra».

In teoria, dunque, è un’ipotesi farlocca. Messa in delibera per dovere – magari dettato da zelo burocratico più realista del re in nome della ricerca di efficienza pretesa dalla legge – e non per volontà. Almeno fino a prova contraria che si avrà al momento di mettere nero su bianco la delibera di indirizzo da approvare in consiglio comunale. In teoria, appunto.

Di sicuro adesso c’è che Amsc si muove ancora seguendo le linee date dal centrosinistra nel 2014. E quelle prevedono la cessione della piscina di Moriggia. Le nuove sono in fase di preparazione: la giunta Cassani ha chiesto al cda dell’azienda di produrre tutta la documentazione entro il prossimo 30 novembre. Dal canto suo il presidente Campari si è portato avanti con la bozza di piano industriale già fornita al Comune: oltre a conti, grafici, quadri, ci sono gli scenari di azione nei vari settori e per la piscina sono previste migliorie strutturali finalizzate ad aumentarne il rendimento. C’è anche l’intenzione di installare lì le paline per il rifornimento delle auto elettriche. Ma l’ultima parola spetta all’amministrazione comunale. Che vuole scegliere a ragion veduta tra vendita o potenziamento.