«Pedemontana, una cattedrale nel deserto»: pronto il dossier dei sindaci del territorio da consegnare al ministro delle infrastrutture Graziano Delrio. «Facciamo fronte comune» l’appello di Giuseppe Licata, sindaco di Lozza, che ha raccolto le istanze del territorio. Ma alla conferenza stampa di Villa Recalcati ci sono solo fasce tricolori vicine al centrosinistra. Il “dossier Pedemontana” è la puntata successiva del viaggio di «un mese e mezzo fa a Roma dal ministro», come racconta il presidente della Provincia Gunnar Vincenzi, «per palesare le problematiche più scottanti sull’ultimazione dei lavori di Pedemontana e Tangenziale di Varese». «Servono impegni precisi» Tre ordini di problemi: compensazioni, mitigazioni e pedaggi. Ciascuno dei Comuni ha le sue rimostranze sulle opere di compensazione, su cui «non ci sono impegni precisi da parte di Pedemontana a copertura dei costi delle gare», e di mitigazione ambientale. Vista la situazione finanziaria della società, c’è anche il «timore che i soldi non ci siano – ammette Vincenzi – anche perché se in pochi utilizzano le autostrade, non incassano nemmeno i pedaggi». Dalla questione delle fidejussioni, «un controsenso» per Licata, richieste dalla società Pedemontana ai Comuni a garanzia della realizzazione delle opere di compensazione. Alle piccole o grandi opere promesse e mai attuate: i campi da calcio di Cislago («abbiamo anche proposto di farli al risparmio, rinunciando ad una gradinata e all’erba sintetica» ammette il sindaco Luciano Biscella) o l’edicola votiva di Lozza, fino alla «ciliegina del degrado», la definisce Licata, il tendone verde per lo stoccaggio del sale piazzato a ridosso della strada a Vedano Olona, al posto delle previste piantumazioni. Cristiano Citterio di Vedano Olona parla apertamente di «sprechi di risorse pubbliche». E poi c’è la questione delle questioni, il pedaggio. «Problema grave – spiega Vincenzi – perché tutto il traffico si è ritrasferito sulle strade provinciali e urbane, intasandole come prima, a partire dalla SP57 da Lozza alla A8, che corre parallela alla Tangenziale ed è gratuita. Così la Tangenziale è una cattedrale nel deserto». Su questo aspetto la richiesta dei sindaci è di «abolizione, perlomeno fino a quando l’opera non sarà completata fino al Valico del Gaggiolo», come ribadisce Giuseppe Licata. O quantomeno drastica riduzione delle tariffe. Perché, come fa notare il sindaco di Malnate Samuele Astuti, «la pazienza è finita. Il costo del pedaggio sta provocando la desertificazione della Tangenziale, perciò va rivisto in tempi rapidissimi». Sconti incomprensibili «Oltretutto gli sconti sono incomprensibili: serve più chiarezza, deve essere fatta in tempi rapidissimi da Pedemontana». Stesso discorso sulla tratta A, tra Cassano e Lazzate, dove «la riduzione di traffico dopo l’introduzione del pedaggio è concreta e verificabile», come fa sapere il sindaco di Gorla Minore Vittorio Landoni. Ora il “cahier des doleances” del territorio prenderà il treno per Roma, mentre il consigliere provinciale Pd Paolo Bertocchi invita la Regione Lombardia ad essere «più presente economicamente e politicamente. Non è normale che si giri dall’altra parte e che i Comuni debbano andare al ministero». Al tavolo di Villa Recalcati mancano le fasce tricolori del centrodestra, ma il sindaco di Lozza parla di «fronte comune del territorio» e sottolinea che alla stesura del dossier hanno partecipato, più o meno attivamente, tutti i Comuni che insistono sui tracciati, tranne Gazzada Schianno, che è «l’unico che non mi ha mai risposto».