Autostrada Pedemontana Lombarda ha incassato la dichiarazione di pubblica utilità arrivata dal Cipe giovedì sera. Tradotto: la società guidata da Antonio Di Pietro ha ottenuto la proroga del diritto di esproprio sui terreni e gli edifici incontrati lungo il suo tracciato. Poche o nulle le ripercussioni in provincia di Varese, dove il capitolo espropri è chiuso nella maggior parte dei casi: sono poche le eccezioni ancora aperte nonostante ormai i cantieri di Pedemontana siano chiusi e l’autostrada in funzione. Si tratta del caso più famoso del Ristorante al Ponte di Vedano chiamato anche “da Luisun” che è ancora in contenzioso, oltre a una proprietà privata a Gorla Maggiore nei pressi dell’ex allevamento di cani. Ma le ripercussioni si sarebbero avute in Brianza e fino alla zona di Bergamo, dove l’autostrada deve ancora essere costruita. Scadeva proprio il 19 gennaio la dichiarazione di pubblica utilità: un atto formale che se non fosse stato rinnovato avrebbe bloccato i cantieri Autostrada Pedemontana Lombarda per altri due anni.
Secondo alcune indiscrezioni, il comitato interministeriale per la programmazione economica si è riunito in una seduta che sarebbe stata convocata appositamente per Pedemontana su richiesta del governatore Roberto Maroni al ministro Graziano Delrio e al premier Paolo Gentiloni. Una riunione convocata il 18 gennaio e messa in agenda per la sera successiva nella sala verde di Palazzo Chigi, come indicato sul sito del Cipe. Il testo dell’esito della seduta del Cipe è telegrafico: «Il Comitato ha disposto la proroga della dichiarazione di pubblica utilità di tutte le aree interessate dalla realizzazione del Collegamento Autostradale tra Dalmine, Como, Varese, Valico del Gaggiolo e delle opere connesse (A36-A59-A60), ai sensi e per gli effetti dell’articolo 166, comma 4-bis, del Decreto Legislativo n. 163/2006». Di fatto alla società guidata dal presidente Antonio Di Pietro serviva la dichiarazione del Cipe e gli uffici ci stavano lavorando dallo scorso agosto. Secondo i documenti di Autostrada Pedemontana, la società con una nota del 23 agosto 2016, aveva trasmesso a Concessioni autostradali lombarde (Cal) la richiesta di prorogare di 2 anni, ossia fino alla data del 19 gennaio 2019, il termine di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità di tutte le aree interessate dalla realizzazione del collegamento autostradale. Pare dunque che Concessioni autostradali lombarde, ovvero la società concedente (con capitale partecipato pariteticamente da Infrastrutture Lombarde SpA. e Anas) che deve vigilare su Pedemontana avrebbe dovuto inviare la richiesta al Cipe, questione che comunque si è risolta grazie al governatore Maroni.
Non si tratta quindi di un’iniezione di risorse per il cantiere bloccato in Brianza da più di un anno, dopo l’inaugurazione a fine 2015 della tratta Lomazzo-Lentate sul Seveso che si è sommata alla tratta Cassano Magnago Lomazzo e alle due tangenziali di Como e Varese. Ora, per concludere i lavori fino alla bergamasca, completando le ultime tratte brianzole (B2, C e D) servono ancora quasi 3 miliardi di euro che al momento mancano, mentre resta da capire come superare l’ostacolo della diossina.