Ciclone Di Pietro su Pedemontana. L’ex Pm di Mani Pulite ed ex ministro delle infrastrutture si presenta come nuovo presidente della società Autostrada Pedemontana Lombarda: «Sono qui per realizzare l’opera nella sua interezza. Dobbiamo dare una risposta all’odissea quotidiana dei lombardi costretti a finire tutti intrappolati nel traffico di Milano». Ma sui pedaggi e sulle compensazioni, per ora, solo vaghe promesse. La salvezza di Pedemontana si chiama Antonio Di Pietro. Colui che, da ministro del governo Prodi, come ricorda lui stesso, «emanò il decreto per la realizzazione dell’opera» nel 2007, proverà a dare la scossa a un’operazione che si sta impantanando in assenza di liquidità per proseguire i cantieri. «Partiamo e ripartiamo da qui – l’esordio di Di Pietro – ho accettato la presidenza con l’obiettivo di realizzare l’opera nella sua interezza, per dare una risposta a tutto quel tessuto imprenditoriale lombardo che non può continuare a subire la stessa odissea tutte le mattine, perché dalle varie zone della Lombardia bisogna confluire tutti nella stessa tangenziale alla stessa ora. È un enorme costo sociale, tra camion fermi e perdite di tempo, oltre che un costo ambientale, per via dell’inquinamento». Idee «Una risposta a tutto quel tessuto imprenditoriale lombardo che non può continuare a subire la stessa odissea tutte le mattine» Di Pietro: «Promuoveremo una scontistica più premiante per chi utilizza quell’autostrada tutti i giorni per lavoro»Archivio chiare, sì, ma costrette a scontrarsi con prospettive finanziarie tutt’altro che rosee: il contributo pubblico è stato esaurito e occorre trovare circa tre miliardi dalle banche per riaprire i cantieri della tratta B2, per andare oltre Lentate sul Seveso. E con volumi di traffico ben al di sotto delle aspettative. Anche se in lenta ma significativa crescita. Sulla tratta A, tra Cassano Magnago e Lomazzo, a luglio i veicoli teorici giornalieri medi sono stati 16mila e 659, contro gli 11mila e 524 di gennaio (più 52% sull’intero tronco principale A36). Sulla tangenziale di Varese, la A60 tra Gazzada e Vedano, si sono registrati 10mila e 165 transiti medi al giorno a luglio, contro gli 8.053 del mese di gennaio (più 39%). Resta il nodo pedaggi, su cui fino a settembre è confermato lo sconto del 50% oltre una certa soglia di traffico (32 euro sulla A36, 10 euro sulla A60). «Non possiamo renderla gratuita, altrimenti i soldi ce li deve mettere lo Stato – ammette il presidente Di Pietro – ma promuoveremo una scontistica più premiante per chi utilizza quell’autostrada tutti i giorni per lavoro». Ancora niente di definito. Di certo, il neo-presidente predica «trasparenza» e promette «preminenza» ai fondi per le misure compensative, attese dagli enti locali. Sul completamento delle tangenziali di Varese e Como, Di Pietro non si nasconde dietro un dito: «Decisione che spetta alla politica. Se, come io penso, le tangenziali sono parte integrante delle città se ne fa carico lo Stato, altrimenti servirà un nuovo piano finanziario, che per quelle due realtà non c’è ancora»
LE REAZIONI Maroni: «È la strada giusta» Secondo Carta si può fare
Tutti pazzi per “Tonino” Di Pietro: sarà davvero lui il salvatore di Pedemontana? Il governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni ci crede, e si dice subito «soddisfatto» della scelta compiuta: «Oggi sono più ottimista di uno o due mesi fa sul completamento dell’opera». Effetto-Di Pietro: nei confronti dell’ex ministro ed ex Pm, la cui nomina viene definita come «operazione trasparenza, ma anche di chiarezza e dialogo», il presidente Maroni spende parole importanti: «Non ha perso tempo – dice di “Tonino” – ha competenza, visto che è stato ministro delle infrastrutture e l’avvio di quest’opera è merito suo, e ha determinazione. Ha esordito dicendo che Pedemontana si fa tutta, ed è quello che abbiamo sempre sostenuto». Così, per Maroni, con questa svolta al vertice della società «ci sono tutte le condizioni per arrivare fino in fondo. Ci sono certamente molte questioni da affrontare, dal pedaggiamento alle compensazioni, ma Regione Lombardia c’è, è a disposizione e a sostegno, perché questa è la strada giusta da seguire: ci sono difficoltà, ma ci sono tutte le condizioni anche per una importante interlocuzione con il Governo, con il Ministero delle Infrastrutture». Anche per Maura Carta, presidente di Milano-Serravalle, la società che detiene circa l’80% delle quote di Pedemontana, l’arrivo di Di Pietro «ha dato energia, prospettive e un quadro inequivoco» sull’opera, con l’obiettivo di «realizzarla in tempi compatibili e sostenibili, secondo i piani. Ovvero entro il 2021». Si può fare, secondo Carta: «Quello che era solo in una dimensione onirica, ora diventa più tratteggiato».