Pedemontana cerca un direttore generale

La Prealpina - 23/01/2017

Autostrada Pedemontana Lombarda cerca un direttore generale. L’ultimo in carica è stato l’architetto bustocco Umberto Regalia, rimasto al lavoro fino al dicembre 2012. Dopodiché l’asse Salvatore Lombardo-Marzio Agnoloni (rispettivamente amministratore delegato e presidente) decise che la figura era inutile, linea seguita anche da Massimo Sarmi.

Ora con una nota il presidente di Autostrada Pedemontana Lombarda Antonio Di Pietro informa: «Il Consiglio di amministrazione della società ha approvato l’avvio di una procedura selettiva comparativa per la ricerca di un direttore generale. Il testo completo del bando è stato pubblicato sul sito della società www.pedemontana.com, sul sito di Milano Serravalle – Milano Tangenziali S.p.A. www.serravalle.it. La figura verrà individuata con analisi dei curricula ricevuti ed eventuali colloqui di approfondimento ai candidati ritenuti più adeguati».

La valutazione dei curricula sarà gestita da una commissione esterna, che consegnerà le valutazioni finali di idoneità al Consiglio di amministrazione della società, organo competente alla scelta del candidato più idoneo e alla conseguente nomina del direttore generale. Dal canto suo l’ultimo dg Regalia, professionista che segue le vicende di Pedemontana, alla domanda se pensi di candidarsi per tornare in Pedemontana, è molto chiaro: «La risposta è no. No, perché un direttore generale come me, di progetto e non di gestione, serve se c’è un’idea da tradurre in progetto o un progetto da trasformare in opera. È quello che ho fatto nei miei cinque anni di Pedemontana. Oggi Pedemontana non è in queste condizioni e non lo sarà finché non saranno state prese decisioni dure, troppo a lungo negate. Di Pietro le ha annunciate, ed è l’unico a poterle fare, ma perfino lui minaccia legittimamente di mollare».

Regalia rende pubblica anche la sua vicenda personale: «Non mi candido perché da Pedemontana sono stato cacciato, anche se il tribunale ha riconosciuto le mie ragioni, poi pagate con soldi pubblici, e il tempo le ha dimostrate. Non sarò io a bussare a quella porta, perché prima di accettare l’incarico vorrei veder chiusi i troppi fascicoli aperti in Procura: non si può danzare in un campo minato con uno zaino pieno di scheletri. Se mai ce ne fosse interesse, il mio contributo è libero e gratuito, come è stato in questi anni per i tanti che se ne sono avvalsi».