di
Adriana Morlacchi
Gli scavi dell’Isolino Virginia potrebbero presto essere aperti al pubblico.
L’assessore alla cultura Roberto Cecchi chiederà agli uffici di confezionare un progetto finalizzato a rendere accessibile al pubblico parte degli scavi archeologici.
In questo modo tutti, non solo gli esperti, potranno fare un viaggio indietro nel tempo, nell’antica civiltà palafitticola, ricostruendo la storia del luogo e immaginando l’aspetto del passato.
Ieri mattina l’assessore Cecchi ha effettuato un sopralluogo sull’isolino insieme al sindaco Davide Galimberti.
«È un luogo splendido, paesaggisticamente ineguagliabile. Nello stesso tempo vi è una realtà preistorica che merita di essere raccontata, non agli specialisti, ma a tutti coloro che conoscono meno la storia di questo sito – afferma Cecchi – Dobbiamo trovare le condizioni per una fruizione più ampia e dobbiamo farlo aumentando la frequenza delle visite dal momento che non si possono immaginare più di tante persone sull’isolino nello stesso momento».
Potenziare la fruizione potrebbe significare, in primo luogo, aumentare gli orari di apertura del museo. Adesso il pubblico può visitarlo solo nel weekend, da aprile a ottobre, e l’assessore sta valutando la possibilità di aprirlo qualche altro giorno alla settimana, anche in inverno.
«Perchè forse è un luogo che offre spazio a una destagionalizzazione, in modo che possa essere visitato dalle persone del posto e non solo in estate» dice Cecchi. Alla base dell’operazione, il concetto di «valorizzazione in chiave conservativa e archeologica».
«Gli scavi forse possono essere resi visibili, e non chiusi, al pubblico. Non sto parlando di grandi interventi, ma di piccole modifiche per far capire alle persone come lavorano gli archeologi e il patrimonio che abbiamo – spiega Cecchi, che continua – Valorizzare significa rendere disponibile alla conoscenza, non monetizzare. Se ci sarà un indotto, arriverà poi. Il nostro obiettivo è quello di fare in modo che i turisti, ma prima di tutto i cittadini, possano fruire un luogo di tale fascino e conoscerlo meglio».
Riguardo al ristorante La Tana dell’Isolino: «Oggi non avremmo consentito di realizzare un edificio in cemento armato in un posto come questo, ma visto che c’e’ godiamocelo» conclude Cecchi.
L’Isolino, dal 2011, è patrimonio dell’Unesco.
Vi si scava dal 1800 e i ritrovamenti hanno destato l’interesse di studiosi in tutta l’Europa. I reperti archeologici sono conservati anche al museo di villa Mirabello.
La possibilità di visionare gli scavi, comprendendo le tecniche e le metodologie di ricerca, attirerebbe sicuramente molte persone e molte scolaresche.