Ospedale unico? «Penso al resto»

La Prealpina - 08/08/2016

Di ospedale unico non può e non vuole parlare. Non spetta a lui decidere, così lascia ad altri animare il dibattito in corso. «Io – spiega Giuseppe Brazzoli, direttore generale dell’Asst Valle Olona – ho l’incarico di far funzionare gli ospedali esistenti e questo significa anche provvedere alle necessarie manutenzioni»

«Sto facendo funzionare Busto e Gallarate in modo sinergico. In estate non sono stati ridotti i letti né sono avvenute chiusure di servizi», chiarisce il dg, che smentisce la necessità di altri accorpamenti.

«Quelli messi in atto all’inizio di giugno sono stati completati nell’arco di quindici giorni – dichiara – L’ospedale di Busto ha una vocazione più chirurgica, Gallarate più internistica». Per questo i reparti di Otorinolaringoiatria e Urologia sono stati accorpati al Circolo e la Neurologia oggi è attiva solo al Sant’Antonio Abate.

Obiettivo zero doppioni?

«Esatto. Fa parte del mandato di questa Azienda evitare doppioni inutili, abbiamo agito ragionando sul rapporto col pronto soccorso e gli ambulatori e sui posti letto. Non abbiamo altre unità operative che presentino questa necessità. In pratica, ora l’assetto è stabile».

Cosa è cambiato rispetto al quadro precedente?

«Otorino vanta oggi quattro letti più di prima a Busto: ne aveva 21 e ne usava 17. Altri 14 erano a Gallarate. Lavoriamo con 31 letti, con la possibilità di aprire quelli che eventualmente serviranno.

Urologia aveva 19 letti a Busto e 27 a Gallarate, dove erano troppi e l’occupazione risultava bassa. Adesso sono 33. Ciascun reparto occupa un intero piano. Al termine della pausa estiva che vede una flessione dei ricoveri, verranno ripristinati tutti i letti di cui si avrà bisogno. Per quanto riguarda la Neurologia, ha visto sopprimere ventuno letti a Busto e aprirne altrettanti a Gallarate: nessun calo, dunque. In generale, per l’estate non abbiamo programmato una particolare riduzione dell’offerta. Quella dei tre accorpamenti è stata, di fatto, un’operazione smart, indolore. E il quadro attuale permette di non sprecare risorse».

Niente reparti in odore di chiusura?

«Nulla verrà toccato perché tutto, al momento, appare funzionale al mantenimento dello status dell’ospedale. Non siamo interessati, per chiarirci, a chiudere punti nascita. Gallarate non avrebbe lo spazio per accogliere Busto e viceversa. Il che significa che sia da una parte sia dall’altra Ostetricia e Ginecologia continueranno a funzionare, abbinate alla Pediatria. Nessuno pensa di chiudere o di mettere insieme i Pronto soccorso, né le Chirurgie generali o le sedi di Ortopedia. Le équipe, anzi, lavoreranno insieme: Emilio Lualdi ha il controllo dei pronto soccorso di Busto e Gallarate, Simonetta Cherubini quello delle due Pediatrie. Altre unità avranno o hanno già lo stesso primario per dare il meglio possibile ai pazienti. Abbiamo agito sulle tre unità operative che avevano i problemi strutturali più evidenti. Nessuna delle tre ora si trova in un posto non gradevole, crediamo anzi di avere innalzato la qualità delle prestazioni alberghiere e strutturali».

Il Poa (Piano di organizzazione aziendale) è ultimato?

«Abbiamo tempo fino alla metà di ottobre. I primariati doppi permettono di lavorare insieme e ne beneficiano le persone che curiamo. La linea guida è “omogeneizzare”. Lavoriamo anche con Legnano in cerca di sinergie: invece che ricorrere a Milano, possono fare capo a noi se abbiamo servizi che a loro servono. La cosa è reciproca, per evitare eventuali trasferte a Varese. In fondo, insistiamo sullo stesso territorio».

Quali i prossimi passi per tenere in piedi le diverse strutture?

«Ci sono cinque ospedali da far funzionare e va predisposto un piano pluriennale per la rimozione di amianto. Ci sono reparti da climatizzare, i lavori vanno avanti. La sicurezza è in capo al direttore generale, sul fronte antincendio siamo a buon punto ma servono altri interventi. Per il pronto soccorso di Gallarate c’è un progetto di ampliamento già finanziato per 3-4 milioni. L’ospedale è sempre un cantiere, c’è sempre qualcosa da sistemare. Stiamo cercando di lavorare insieme anche su questo, avviando manutenzioni senza modificare la qualità dei servizi».