Né il terreno di Cassano Magnago che l’imprenditore Antonio Castiglioni vorrebbe regalare agli enti pubblici per realizzare il progetto sanitario, né le aree attorno alla 336 che da Gallarate si affacciano su Busto Arsizio.
Giampiero Reguzzoni, consigliere regionale della Lega Nord ed ex vicesidaco e assessore all’Urbanistica, ha una terza via da suggerire per scegliere la collocazione perfetta del nuovo ospedale unico del territorio, di cui tanto si parla da anni e che adesso sembra essere davvero arrivato al momento della verità. E forse della sua concretizzazione
«La soluzione perfetta si trova nell’enorme superficie attorno a MalpensaFiere, a ridosso degli imbocchi della superstrada e dell’autostrada. Parliamo di 500mila metri quadrati che, oltre ad essere di gran lunga superiori a quanto servirebbe, in buona parte sono già nelle disponibilità del Comune».
Ma Reguzzoni non parla come se annunciasse una sorpresa rispetto all’argomento, semmai si stupisce che finora sulla vicenda si sia innescato un derby fra le altre due opportunità «senza prendere invece in considerazione quella che è una possibilità che io auspico da più di dieci anni e che per questo motivo abbiamo vincolato con una destinazione a servizi di questa fetta di città nell’elaborazione del Piano di governo del Territorio». Di più: «Chiunque può controllare come nel programma elettorale del 2006 già auspicavo che la prospettiva della struttura sanitaria unificata si sviluppasse in quei terreni e adesso sono semplicemente qui a ricordarlo». Ciò, insiste l’esponente leghista, «anche perché c’è tutto lo spazio per ipotizzare ogni genere di sviluppo, perché i terreni sono già in buona parte pubblici, perché si tratta di una soluzione che piazzerebbe a Busto Arsizio l’ospedale ma offrirebbe grande praticità di raggiungerlo pure per i cittadini gallaratesi, quindi senza intasare centri urbani già sottoposti a un traffico notevole».
Oltretutto va precisato un aspetto: «Quando si parla dell’area di MalpensaFiere, spesso si fa confusione. Non mi riferisco al polo espositivo che deve continuare ad esistere e svolgere la propria funzione, come ha ricordato il governatore Roberto Maroni, bensì appunto di questi immensi prati circostanti».
Ecco dunque che per Reguzzoni – pronto a sottoporre la richiesta all’assessore al Welfare regionale Giulio Gallera – non ci dovrebbero essere troppi dubbi nell’indirizzare la scelta: «La struttura sanitaria non può essere la soluzione di problemi diversi come nel caso di Gallarate, né sarebbero necessari varianti urbanistiche come in quello della donazione a Cassano. Qui si tratta di una superficie che non ha bisogno di essere sottoposta a chissà quale iter burocratico ma che, se esistesse davvero la volontà di procedere con l’unificazione, sarebbe a disposizione già domattina». Così nei prossimi sei mesi cercherà di far capire alla commissione di esperti che valuterà la fattibilità nelle diverse ipotesi avanzate che, dal punto di vista logistico ed economico, esiste una prospettiva da esplorare e sfruttare.