«Quello che costruiremo non sarà un ospedale unico, ma un ospedale nuovo. Voglio una struttura che ancora non c’è, eccellenza fra le eccellenze».
Sul progetto al momento affidato al Comitato di pilotaggio nato in Regione Roberto Maroni ha le idee chiare. Chiede proposte alla città per il Sant’Antonio Abate: «Chiunque può lanciare suggerimenti. Se si tratta di qualcosa di utile a Gallarate, la considereremo». Idem per Busto.
La visita alla giunta e ai consiglieri di palazzo Borghi vede la sanità al centro. Ma si parla anche della viabilità necessaria alla nuova struttura e della scuola superiore Puccini.
«Ho ascoltato le richieste – dice al termine il presidente della Regione – per capire quali interventi fare e come farli. Valuteremo ogni cosa. Sull’ospedale si va avanti». Ma l’assessore Giulio Gallera ha detto che Gallarate ospiterà un punto nascite: ci sarà una dépandance della sede sanitaria? «Noi dobbiamo investire sapendo che Milano e la Lombardia si candidano a essere riferimento in Europa per la nuova sanità. L’Human Technopole a Expo si occuperà di genetica, all’ex Falck l’attenzione sarà sull’oncologia. Se riuscissimo a portare Ema (l’Agenzia europea del farmaco) lo sviluppo sarà ulteriore e coinvolgerà i nuovi ospedali, questo e quello che a Milano unirà San Paolo e San Carlo. Sono gli ospedali del futuro. Voglio un progetto ambizioso e non condizionato dalle risorse necessarie. Non mi muovo nell’ottica del “ci piacerebbe ma ci servono troppi soldi”. Pensiamo a cosa ci serve, poi troveremo le risorse».
Reste il problema della destinazione delle aree oggi occupate dai due ospedali di zona: «Valuteremo proposte ambiziose, consultando i cittadini. Se serva un presidio ospedaliero o altro abbiamo tutto il tempo per capirlo, non inauguriamo domani. Preferisco progetti ambiziosi piuttosto che dire “questo è il budget” e non fare niente».
Il sindaco Andrea Cassani fa notare che una nuova strada permetterà di raggiungere l’ospedale a Beata Giuliana dal centro di Gallarate. Tutto va ancora ben programmato. Interviene Paola Macchi, consigliere regionale M5S, chiede come si possano ottimizzare risorse, come sostiene il dg dell’Asst Valle Olona Giuseppe Brazzoli, lasciando due poli fra mille difficoltà: « Ci sono pochi medici e pochi infermieri, molti andranno in pensione. Non avete deciso nulla per la cronicità. Come potete ragionare così?». Maroni replica: «Ho lanciato io il nuovo ospedale, non per risparmiare ma per investire sul futuro. Ci saranno due aree pubbliche per cui scegliere la destinazione. Lascio ai Comuni e a chiunque lanciare idee. Non pongo limiti né vincoli di bilancio. Servirà lasciare un presidio medico? Non lo so adesso, forse sì o forse no. Voglio capire cosa Gallarate intende fare e deve essere una cosa ambiziosa, non rimarranno spazi vuoti di archeologia sanitaria. Che siano coinvolti dei privati non sarebbe un problema: a Varese abbiamo creato caserma, piazza e teatro insieme a privati. Non sarà pubblico per forza, nè privato per forza, ma qualcosa di utile ai cittadini».
Pensa di portare a termine tutto questo? «Posso fare due mandati», risponde sicuro. «Non ho ansia da prestazione, facciamo le cose per bene senza ansia sui fondi o sui tempi della campagna elettorale». Cassani, battibeccando con Paola Macchi, propone un concorso di idee.
Quanto ai guai da risolvere oggi, Maroni ribadisce: «Il dg riorganizza i servizi sotto la sua responsabilità. Con l’ospedale nuovo questo non c’entra». Quanto all’Ema al Pirellone, per il quale il governo ha stanziato 60 milioni, il governatore ironizza: «Il consiglio regionale lo mandiamo alle Case Bianche, dove è andato il papa».