«Sono convinta che le nuove misure fiscali italiane e l’impegno dell’agenzia delle Entrate incontreranno il favore delle imprese. I soggetti esteri e anche le imprese tedesche possono ora cogliere questa interessante opportunità. L’Agenzia è fortemente orientata verso moderne e trasparenti modalità di interlocuzione con i contribuenti, nella sua veste di partner naturale delle imprese, anche al fine di attrarre investimenti e favorire la globalizzazione».
Il direttore delle Entrate Rossella Orlandi ha concluso con queste concilianti parole il suo intervento a Francoforte nell’ambito del «Tax & Law Talk» organizzato ieri dalla «Camera di commercio italiana per la Germania». Orlandi ha sottolineato la necessità di rendere il sistema fiscale più attraente e competitivo nello scenario internazionale e ha rivendicato le importanti novità che derivano dalla riforma fiscale in Italia, novità che possono rappresentare un modello per il Sudeuropa, ma non solo.
La «Frankfurter Allgemeine Zeitung» ha rimarcato come Orlandi faccia dimenticare con il suo metodo di persuasione “soft” «la fama da Dracula del suopredecessore». Dalla sua prospettiva, scrive il quotidiano tedesco, «la strategia delle parole forti e degli annunci draconiani non funziona», anche solo per il fatto che in Italia «i funzionari del fisco possano controllare soltanto fra le 300 e le 350mila imprese», rispetto ai 6 milioni di ditte e società personali esistenti in Italia. E ancora, «nonostante ogni pessimismo, la Orlandi con la sua agenzia è riuscita nel giro di sei mesi, fino alla primavera 2015, a consegnare a 20 milioni di lavoratori italiani una dichiarazione fiscale elettronica provvisoria compilata».
Il direttore dell’Agenzia si è soffermata su quelle misure che vanno nella direzione del cambiamento e di un Fisco più attento alle esigenze delle imprese. In particolare, ha citato le misure previste dai tre decreti delegati in materia di internazionalizzazione delle imprese, che mirano a rendere l’Italia più competitiva, alla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente, con l’introduzione della disciplina generale dell’abuso del diritto e di nuove modalità di interlocuzione costante con i grandi contribuenti, così come quelle finalizzate a incentivare la fatturazione elettronica. Senza dimenticare il riordino della disciplina degli interpelli e del contenzioso tributario, la riorganizzazione delle Agenzie fiscali, la revisione del sistema sanzionatorio, la razionalizzazione delle norme in materia di riscossione e, da ultimo, le modifiche apportate al patent box.
«L’agenzia delle Entrate – ha sostenuto Orlandi – è pienamente coinvolta in questa fase di completamento della riforma fiscale, impegnata in prima linea nella definizione dei provvedimenti e nella condivisione degli schemi di decreti attuativi. Ritengo che il nuovo corso nei rapporti con i contribuenti, improntato su trasparenza e collaborazione, ora possa dirsi rodato».
Il decreto internalizzazione intende rafforzare il ruolo che il Fisco deve svolgere a sostegno delle imprese, dalla ridurre dei vincoli alle operazioni transfrontaliere alla definizione di un quadro normativo più trasparente per gli investitori.
D’altro canto, ha ricordatoil direttore dell’agenzia delle Entrate, «l’Italia è coinvolta in ambito comunitario con gli accordi in materia di scambio di informazioni e, parimenti, è impegnata nei lavori Beps (Base Erosion and Profit Shifting), condotti in sede Ocse, per un’armonizzazione delle discipline dei diversi Paesi, fattore essenziale per creare quel livello di parità tra contribuenti fondamentale per garantire una reale crescita economica».